“ Cuore di mamma” di Rosa Matteucci, Adelphi , 2006.
Per il fine settimana Luce va sempre a casa di sua madre vecchia. Verso una resa dei conti, il giudizio universale dei vincoli di sangue. Stavolta deve affrontare la battaglia decisiva per la sua salvezza e deve farcela. Non può più permettersi alcun errore, alcuna distrazione nel valutare il rischio. Deve celebrare le esequie e seppellire i suoi sentimenti. Deve essere forte. Nessun cedimento è più ammesso. La strategia vincente è stata architettata in maniera perfetta, come ogni singolo passo verso la soluzione. Parola per parola; stratagemma e bugia, inganno a fin di bene e diktat. Sua madre sarà costretta a capitolare, ad accettare per sempre, da lì fino alla fine del mondo e al momento dell’eterna armonia, le nuove regole di condotta decretate per la sua sopravvivenza e per quella della figlia. Dovrà sottomettersi al rispetto delle opportune garanzie, volte ad assicurare un minimo sindacale di serenità alla sua unica figlia, la quale non può sopportare oltre il peso della responsabilità dell’esistenza di una vedova che si ostina a vivere da sola, indocile e selvatica, abbandonata e triste. Ada dovrà accettare l’estremo atto di tutela, consistente nell’elezione intra moenia di una guardiana con qualifica di badante.” La determinazione di Luce, una donna senza figli e separata, si scontrerà, purtroppo, con quella della vecchia madre, Ada, una donna sciatta, un po’ fuori di testa, che vive in un alloggio sudicio e trascurato. Con un taglio grottesco e ironico l’autrice racconta l’amarezza di una situazione che non trova soluzione in un crescendo di speranze puntualmente deluse come “l’amore” a senso unico di Luce verso Gianluca, un paesano, e la Festa di Natale al Centro anziani dove Ada viene colpita da un ictus in un’atmosfera tra la farsa e il grottesco. Il finale a sorpresa concilierà Luce con l’esistenza grigia che le è toccata in sorte e che è narrata dall’autrice con maestria e con un ritmo serrato che non consente tregua al lettore. Una vicenda comune che l’autrice trasforma in un romanzo di indiscussa originalità e molto godibile.
Sandra Palombo
mariapia ha detto:
Adoro queste storie di multi romanzo familiare dove una donna ne ritesse il disegno, ne va in cerca, etc
Dalla Paley a tante anglosassoni, anche qui in Italy, si è diventati certi che questi spaccati visti da un occhio vigile attento, e già testato dai danni, ne è il testimone più affidabile.
Evviva la prosa delle donne, minimal o epica corale e lirica, and assoluta, di autrici poete-prosatrici e cantastorie..s o l e!
Maria Pia Quintavalla
Maria Pina Ciancio ha detto:
Interessante questa segnalazione.
Mi piace il viaggio del ritorno (in questo caso al femminile)
Prenderò un appunto da qualche parte!
Mapi
Sandra Palombo ha detto:
A Maria Pia : senza nulla togliere agli uomini, lo sguardo delle donne è più variegato e non parlo solo di sensibilità, ma proprio di visione, forse perché hanno tirato “la carretta” per secoli senza lagnarsi 🙂
A Maria Pina : è buon libro, sicuramente originale.
Grazie per l’attenzione
Sandra
Marina Minet ha detto:
Sembra proprio interessante sì; a prescindere dall’accenno madre/figlia che riporti: legame interessantissimo per me nonché fonte d’ispirazione basilare.
Pingback: Cuore di mamma di Rosa Matteucci « Archiviovdbd’s Weblog