Come ridevano gli antichi (Philogelos)
a cura di T. Braccini
Il Nuovo Melangolo, 2008
pp. 156 – € 10,00
Philogelos ( letteralmente amico del riso) è una raccolta umoristica composta da 270 storielle divise in sezioni dedicate a soggetti specifici come l’avaro, l’inetto, il pigro, gli ubriaconi etc.. – Un ubriacone sfortunato, procuratosi una vigna,morì al tempo della vendemmia– o ad abitanti di città dove gli stupidi “ abbondavano” tipo Abdera, Sidone e Cuma : un Abderita, visto un eunuco in compagnia di una donna, chiedeva ad un altro se fosse la moglie di quello. Siccome gli fu risposto che un eunuco non può aver moglie, replicò: “ Allora è per forza sua figlia!”
Le più curiose e gustose però sono quelle relative agli scolastici “ ossia intellettuali, professori, cervelloni o pedanti che dir si voglia” , ai quali è dedicata quasi la metà della raccolta. Regolarmente ritratto come sciocco dai ceti meno acculturati, lo scolastico è considerato uno stupido perché lontano dai problemi reali e sempre con la testa tra le nuvole o tra i libri, ed è visto paradossalmente come un “ignorante”.
Giustamente il prefatore Maurizio Bettini nota che chi scrisse o raccolse in un volume queste antiche barzellette era uno scolastico e perciò lui stesso bersaglio risibile che si prende gioco di se stesso e degli intellettuali pari a lui.
Nell’introduzione, invece, il curatore Tommaso Braccini analizza il testo , le edizioni e cerca di tracciare il percorso compiuto da questo testo dall’antichità ad oggi e si sofferma sulle ipotesi dei papabili autori della raccolta, al fine di collocarla nel contesto storico originario. Parti del Philogelos si ritrovano infatti in altri testi dell’antichità classica e Braccini giunge alla conclusione che “ sembrerebbe dunque di poter dedurre che il Philogelos abbia visto la luce alla fine dell’antichità , collocandosi però come estrema e finale stratificazione di una lunga serie di antologie e raccolte, per lo più frammentarie, che testimoniano un ininterrotto interesse per le facezie in ambito greco e romano” .
Ecco sotto alcune di queste barzellette dell’antichità che ancora oggi riescono a farci sorridere. Buona lettura!
Uno scolastico , volendo vedere se fosse bello quando dormiva, si guardava nello specchio ad occhi chiusi.
Ad uno scolastico, che partiva per un viaggio, un amico diceva : “ Comprami, per favore, due schiavetti, entrambi di quindici anni.” “ Se non li trovo, te ne comprerò uno di trent’anni!”
Uno scolastico, volendo acciuffare un topo che gli rosicchiava continuamente i libri, dopo aver addentato un pezzo di formaggio si acquattò nell’oscurità.
Ad uno scolastico che vendeva un cavallo chiesero se l’animale fosse pauroso. “ No, lo giuro su mio padre:lo dimostra il fatto che nella stalla ci stava da solo!”
Uno scolastico, dopo aver comprato una casa, faceva capolino dalla finestra e domandava ai passanti se gli addicesse.
Un tale dice a uno scolastico: “ Prestami una casacca, da arrivare in campagna.” “ Ce l’ho fino alla caviglia, non fino alla campagna!”.
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marinaraccanelli ha detto:
non c’è niente di più variabile dei motivi per cui la gente ride; dunque, una raccolta di “barzellette” antiche non può che essere un utile strumento di analisi per la storia del costume, della mentalità, del pensiero e della vita quotidiana contemporanea alle storielle stesse.
Segnalazione utilissima e gustosa, Sandra! anche il breve commento aiuta a capire, fornisce stimoli e curiosità
marina
sandrapalombo ha detto:
Grazie Marina che hai aprezzato la mia segnalazione, è un libro che si legge in venti minuti, una lettura istruttiva e rilassante. Sandra