Magdalena Wanli
Il cielo sempre uguale sembra non leggere il tormento,
il respiro di lei che si fa affanno, scuote il petto,
fa tremare le mani che nel tempo passato erano rami
che si tendevano verso l’azzurro silenzioso.
Ma il cielo non ha porte e, se ascolta,
le sue orecchie sono quelle dell’erba o di una pietra.
Il cielo è vuoto, un palco in cui si avvicendano
il tempo luminoso e quello oscuro, e lo scenario cambia
come cambia il tempo, le stagioni, come si accalcano
stelle pianeti costellazioni e la luna silenziosa.
E’ un palco senza attori, senza storie, senza qualcuno
che le scriva o le racconti.
Ha parole secche sulle labbra.
Lei sta a guardarlo, a volte.
E’ lontanissimo, assente, ormai vuoto di senso.
Il cielo era preghiera.
Era la pioggia che scivolava sopra i vetri,
un pianto grande come il mondo, e poi era il silenzio
in cui si apriva il velluto piccolo dei fiori.
Era parole di carta, era canzone sussurrata,
era il sentiero erboso pieno di pietre e di sterpaglie
che si arrampicava su scale misteriose.
Il cielo era lei, la sua voglia di cantare sottovoce,
di stringere le mani della gente, era il suo sguardo
stupefatto quando nubi caracollavano nell’aria
e poi brucavano le stelle.
Forse il cielo finisce, come la speranza.
Blumy ha detto:
non capisco … nella ‘brutta’ c’è il more e l’immagine è ridimensionata, qui no 😦
marinaraccanelli ha detto:
nella home page è tutto a posto, Blumy:-)
poesia suggestiva e splendida immagine!
marina
luigi paraboschi ha detto:
si legge molto bene e lascia un buon sapore sulla lingua mentale.
grazie per il tuo cielo
baci ha detto:
struggente poesia, Blumy, sempre fedele a te stessa
mi piace molto
buon anno con un abbraccio
lucetta
Blumy ha detto:
ho visto Marina, ma non so spiegarmi perchè. grazie del tuo gentile intervento
Blumy ha detto:
grazie anche a Luigi a cui sono contenta di lasciare un buon sapore sulla lingua mentale
Blumy ha detto:
grazie infine a Lucetta, sempre presente e sempre entusiasta. buon anno a tutti, Blumy
Narda ha detto:
Cara Blumy, bella amara poesia di questo cielo che ci abbandona o siamo noi che lo abbandoniamo man mano che la realtà ci sottrae morso a morso l’universo dei sogni e delle speranze..
Sii serena , Blumy, sei una gran “bella donna”.
Narda
Blumy ha detto:
Grazie, Narda, anche tu sei un gran bella donna, anzi, sei una grandissima bella donna, perchè hai cuore e intelligenza da far riapparire, almeno per un tratto, quel cielo che ci ha (o che abbiamo) abbandonato.
Maria Gisella Catuogno ha detto:
Bellissima Blumy, c’è tutto: cruda realtà e disincanto, ma anche memoria, sogno, illusione, magia.
E’ il nostro vissuto a riempire o svuotare il cielo, ma la speranza lasciamocela.
Un caro saluto
Gisella
Blumy ha detto:
un caro saluto a te , Gisy, sempre sensibile donna e poeta
cristinabove ha detto:
piaciuta molto
la suggestvità dei versi pari all’mmagine
e se le nuvole brucano le stelle… ci saranno prati di poesia, nel cielo.
un abbraccio
cri
marinaraccanelli ha detto:
ad una rilettura, questa poesia mi riappare più intensa nel suo splendido crescendo; l’apparente remisività tonale diventa tristezza prima, e poi una sorta di disperata allegria, perchè ciò che sembrava perso viene evocato con immagini tanto vive da ri-creare il cielo perduto
marina
Blumy ha detto:
grazie della rilettura, Marina e delle nuove evocazioni che il mio testo ti ha dato
Blumy ha detto:
un abbraccio anche a te , Cri. suggestiva anche la tua ‘visione’
Sara Ferraglia ha detto:
“Il cielo era lei, la sua voglia di cantare sottovoce,
di stringere le mani della gente, era il suo sguardo
stupefatto quando nubi caracollavano nell’aria
e poi brucavano le stelle”
Splendido finale da cui estrapolo questa dedica d’amore .
Sara