Dove ci incontreremo dopo la morte?
Dove andremo a passeggio?
E il nostro consueto giretto serale?
E i rammarichi per i capricci dei figli?
Dove trovarti, quando avrò desiderio di te, dei tuoi occhi smeraldi,
quando avrò bisogno delle tue parole?
Dio esige l’impossibile,
Dio ci obbliga a morire.
E che sarà di tutto questo garbuglio di affetto,
di questo furore? Sin d’ora promettimi
di cercarmi nello sterminato paesaggio di sterro e di cenere,
sui legni carichi di mercanzie sepolcrali,
in quel teatro spilorcio, in quel vortice
e magma di larve ahimè tutte uguali,
fra quei lugubri volti. Saprai riconoscermi?
Angelo Maria Ripellino
Antonio Fiori ha detto:
La poesia è la trentacinquesima della raccolta ‘Notizie dal diluvio'(Einaudi,1969).”Dall’urgenza del dubbio che chiude la poesia prende forma e cresce la struggente dichiarazione d’amore del poeta”(Federico Lenzi, dall’Introduzione a “Notizie dal Diluvio”, pag.10, in “Notizie dal diluvio /Sinfonietta/Lo splendido violino verde”, Einaudi, 2007, a cura di Alessandro Fo, Federico Lenzi, Antonio Pane e Claudio Viola)
Antonio
Luca Ariano ha detto:
Avete fatto benissimo riproporre un grande come Ripellino di cui finalmente tra Einaudi e Aragno è stata ripubblicata l’opera omnia poetica.
Grazie!
Un caro saluto
Luca Ariano
morenafanti ha detto:
Davvero struggente in quell’incalzare di domande che culminano in quella ‘saprai riconoscermi’? che in fondo è la cosa che ci preme di più.
Saprai ritrovarmi tra tutti quei volti?
Un grazie ad Antonio.
alivento ha detto:
Impressiona questa poesia nel suo andamento progressivamente discendente. Affondando.
Ha il suo avvio apparentemente elementare, concentrato nella prima domanda, una domanda esistenziale, in contrasto prosegue riferendo di abitudini ordinarie, cose di tutti i giorni, buone e normali. L’affetto fino al rosso passionale dell’amore…perfetto?
Due affermazioni apodittiche in fase centrale, un credo e, nel contempo una protesta dolorosa contro l’ineluttabilità della meta.
Questo punto è il giro di boa, dopo la poesia discende negli inferi, nel regno delle ombre e dei vermi, nella consapevolezza cruda dell’alterazione biologica dei corpi che, una volta morti, null’altro sono che pasto del ciclo biologico di altri. Formula infine la gravosissima domanda all’altro e/o compagna: saprai riconoscermi?
Quanti si sentono di rispondere qualcosa a siffatta domanda? Quale onere impone? Di credere altrettanto intanto, poi di cercare ancora, anche dopo, oltre la morte. Quale desiderio di aldilà di vive anime, quale ricerca disperata di prolungamento di una comunione di vita e della vita stessa.
Non so se sposare l’animus di questo poeta, anzi , pur trovando questa chiave avvincente di lettura della sua poesia, la mia personale visione dell’oltre è profondamente diversa.
E non di morte, non di ineluttabile fine d’ogni cosa, ma vita oltre la vita priva di bisogni, anche di cercare l’altro poichè l’altro sarà in tutt’uno insieme ad ognuno di noi.
Antonio Fiori ha detto:
Saluto e ringrazio i primi amici intervenuti, Luca, Morena e Alivento. Alle considerazioni finali di Ali vorrei aggiungerne una mia: ho l’impressione che la visione di Ripellino sia solo in apparenza nichilista. Secondo Antonio Pan, “nella sua sofferenza si annida una fede, un’avvolgente maternità, una sommessa pietas” e ancora “i versi di Ripellino non si leggono; vi si partecipa, se ne condivide l’alea”. Ed è proprio questo tipo di lettura/partecipazione quello di Ali, che in un primo momento, mentre legge, è attratta e partecipa ma alla fine tira il respiro e si rinfranca nella sua visone dell’oltre.
La mia proposta è di scoprire (o riscoprire) Ripellino, che ci ha lasciato una produzione ricca , originale e affascinante: dotta, eclettica, tragicomica, altamente consapevole delle origini e della funzione della poesia.
Antonio
Antonio Fiori ha detto:
il critico citato è Antonio Pane
scusate il refuso
A.
alivento ha detto:
Antonio una poesia come questa prende e affascina, il commento che ho proposto nè è prova. Prova d’attenzione, prova d’interesse.
Ben venga dunque la tua proposta di conoscere, scoprire, riscoprire questo poeta.
Blumy ha detto:
Ho riscoperto da poco questo grande poeta, Antonio, e la poesia che hai scelto è densa di commozione e malinconia.
erminiadaeder ha detto:
Una proposta di lettura e conoscenza che non si può che accogliere, che mi fa fermare intanto sull’ultima domanda, e poi andare a ritroso, seguendo il filo delle ottime considerazioni di alivento, nelle quali il dramma della fine e il suo superamento si fronteggiano in un cercato equilibrio.
carlabariffi ha detto:
L’uomo esige più di Dio
Klimt esigeva…
antonella ha detto:
poesia molto toccante.
per riconoscerci potremmo fare come suggerisce montale in Satura – Xenia I
Avevamo studiato per l’aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
biancamadeccia ha detto:
Bellissima Antonio. Grazie per il gradito dono poetico. Stai diventando una certezza di bellezza.
violaamarelli ha detto:
Il problema di Ripellino poeta è che i suoi capolavori erano e rimangono l’antologia dei poeti russi del ‘900 e “Praga Magica”, testi che intrinsecamente poetici per le emozioni e i pensieri che comunicano, sovrastano inevitabilmente la sua autonoma produzione in versi.Di ciò Ripellino un pò era deluso, ma penso che chi è riuscito a essere poeta con dei saggi e delle traduzioni è un maestro nel senso alto del termine. ringrazio quindi Antonio per la sua prosta e gli lascio questi altri versi di Ripellino, che non so perchè, penso affini al mondo poetico di Fiori (e al mio, ovviamente)
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita
coi suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide…
alessandrapigliaru ha detto:
Grazie Antonio carissimo! Questa poesia è davvero splendida e anche commovente a tratti…un abbraccio e… le tue scelte sono sempre accorte e di grande spessore. Ciao BellUomo 😉
Alessandra
marinaraccanelli ha detto:
questa poesia è stata anche per me una scoperta emozionante, la tecnica asciutta e l’antiromanticismo apparente la rendono più intensa
grazie, Antonio
ciao
marina
demi4jesus ha detto:
Questa poesia mi rammenta un film che amo… “Al di là dei sogni…” di Vincent ward con Robin Wiliams…
Io penso che ci son cose che vanno ben oltre la morte e ancor di pù…. io penso che l’amore ci avvicini, per un sorta di parodica rassomiglianza di cose, alla morte… amare è un pò come morire e morire è un salto nell’infinito.. un pò come l’amore… ho postato su questo nel mio blog…nell’articolo “L’amore è forte come la morte”..
Meravigliosa comnque la poesia… 🙂
Antonio Fiori ha detto:
Blumy, Erminia, Carla, Antonella, Bianca, Viola, Alessandra, Marina, Demi grazie davvero a tutte. Originale il suggerimento di Antonella con Montale. Giuste le osservazioni di Viola sulla più nota saggistica poetica di Ripellino (sentivo sempre citare Praga magica, che poi ho letto due anni fa e mi ha lasciato incantato). Grazie a tutte per la condivisione (e ad Alessandra un grazie-narciso per l’iperbolica aggettivazione :-))
Antonio
antonella ha detto:
Antonio, sono una donna molto pratica! 🙂 a.
margheritagadenz ha detto:
grazie per questi versi che non conoscevo. il tema trattato è quello che più mi attanaglia e disorienta.
quello che esorcizzo con riti mentali di fuga.
‘saprai riconoscermi’?
vorrei rispondere. saper rispondere. cosa sarai?
o semplicemente, sarai?
dentro di sé, solamente dentro di sé chi se ne va è ‘riconoscibile’ e poi se lo mangia il tempo. ed il tempo che resta ha il suo odore.
margherita
roberto matarazzo ha detto:
questa poesia dello slavista, riduttivo termine e me ne scuso, a.m. ripellino mi rimanda alle foto in bianco-nero contenute in praga magica nei vecchi saggi einaudi e a una suggestione tra il magico e il poetico vissuta personalmente una sera lì, a praga, quando una ninfa sconosciuta mi chiamò, recitò una poesia in lingua slava e/o similare, sorrise, andò via e di costei non so nulla…
roberto
fioriantonio ha detto:
Sempre suggestivi i tuoi ricordi Roberto (questo di Praga, come quello che ho letto su Pasolini)
Valgono più dell’oro
Antonio
mariapia ha detto:
Grande Ripellino! Buonissima idea, Paola,
di riproporla, qui.
Una poesia, la sua che ci tocca, modernissima, tutte le corde e che canto..
MPia Q.
Federico Lenzi ha detto:
Grazie a tutti voi, di cuore, per l’interesse che mostrate nei confronti di Ripellino poeta, e ad Antonio Fiori in particolare per avermi citato. Non è stato facile arrivare alla pubblicazione integrale delle poesie, e non credo che siano opera minore rispetto alla saggistica: semplicemente meno inquadrabile, oppure, per usare parole sue, un po’ troppo “fuori sesto”. Di Ripellino ho sempre cercato di cogliere la lezione di vita, questo resistere alle ambasce, alle malattie, ai seccori dell’esperienza accademica, ed accendersi in nuovi fuochi, rifiorire in continue capriole linguistiche. Vi saluto anche io con una sua poesia, che leggendovi mi è venuta subito in mente, non chiedetemi perché. E vi ringrazio ancora con tutto il cuore.
77.
Quando se ne va per sempre la regina,
pochi hanno gli occhi imperlati di foglioline di lacrime
e le guance sbiancate dalla candeggina
del lutto.
Ma poi col tempo come cresce la sua immagine,
come ci manca, com’è ingorda, come luccica
da ogni bottiglia, da ogni piatto, da ogni frangia,
da ogni cibo che amava, dalle croste di uno Strudel,
dai grumi di agrumi, da ogni nastro di bucce
con cui preparava dolcini di arancia.
Vorresti telefonarle là dove riposa,
narrarle con foga fanfaronesca dei futili
tuoi successi, perché ne sarebbe orgogliosa,
carezzarle la mano solcata da rami di fiumi,
trascinarla di nuovo nella tua vita matta.
Ed è triste pensare che ormai siano cenere
la sua prestanza, il suo manto cosparso di stelle,
i suoi nerissimi lumi,
le sue moine di gatta.
antonellapizzo ha detto:
grazie a te per questo ulteriore dono. io ho appena comprato Notizie dal diluvio, Sinfonietta, Lo splendido violino verde. un libro necessario per me e a me.
“Le poesie di Ripellino sono un marchingegno scoppiettante di invenzioni, piene di estro linguistico, accese da fantasie metaforiche, enumerazioni, situazioni teatrali chiamate a dar segno della grande «buffoneria del dolore»”
antonella
Alessandro Fo ha detto:
Carissimi, il bloggista federico lenzi mi ha segnalato questo vostro dibatito; grazie di cuore per le vostre attenzioni; provo a stampare il tutto e a spedirlo a Ela Ripellino (via S: Angela Merici 96, 00162 Roma, se qualcuno volesse scriverle: le farebbe piacere constatare tanto affetto). Festeggio con voi copiando qui la mia preferita, da
Lo splendido violino verde, n. 67 (è una delle lettere dell’attrice ceca e amica di famiglia Zora Jirakova, trasformata, come alcune altre, in poesia):
È tanto che non ti scrivo. Non ho tue notizie. Ma sempre
spero che un giorno tu possa tornare
nella città che hai cantato.
Come stupide navi si dissolvono gli anni.
Io recito al Wolker. Sono serena. Il passato
lo tengo lontano, sui margini, come un intruso.
C’è solo un filo di ignobile malinconia,
che trapela talvolta di sotto una porta,
ma io riesco a tagliarlo, fingendomi ottusa
e decrepita come una mummia di Strindberg.
La primavera ha inondato di bionde forsythie
la piccola casa in cui vivo, in cui studio le parti.
Com’è duro parlarsi a distanza,
quando l’armadio del cuore
vorrebbe aprirsi in un fiotto di chiacchiere.
Eppure vedrai, se verrai: dopo secoli
non avremo che dirci, vi sarà solo un attònito,
goffo, appallottolato, bruciante silenzio.
draimondi ha detto:
Un autore che non avevo mai letto… Provvedero’ al piu’ presto. Grazie per questa bellissima segnalazione.
Daniela
fioriantonio ha detto:
Intervengo per ringraziare ancora tutti, in particolare, con commozione, i curatori Federico Lenzi e Alessandro Fo, che sono stati straordinariamente gentili. L’omaggio ad Angelo Maria Ripellino non poteva essere migliore. Cercherò di scrivere a Ela Ripellino del mio incontro con la sua poesia e la sua magica Praga.
Un caro saluto
Antonio
rossella tempesta ha detto:
Un incontro meraviglioso con la poesia dalla straordinaria umanità di Ripellino, e non meno meraviglioso l’incontro con tutti voi attraverso i vostri commenti. E’ proprio vero che la Poesia genera Poesia. Grazie! Rossella Tempesta