L’arrivo del piroscafo era uno spettacolo.
Le auto imbracate nella rete
sbarcavano dal cielo
dondolando. Talvolta a terra
c’era un cellulare nero
ad attendere gli ergastolani,
che scendevano con le mani incatenate
rivolte verso il volto,
nel tentativo di nascondere
agli sguardi la vergogna;
erano giovani che avevo immaginato
vecchi e bimba bimba,
dal balcone ricoveravo in casa
con il cuore stretto stretto ,
prima che al molo chiudessero il cancello.
Francesca Pellegrino ha detto:
“nel tentativo di nascondere
agli sguardi la vergogna”
prendo questo verso, ma è un caso. perchè è bella tutta.
fino a quel cancello.
Antonio Fiori ha detto:
“prma che al molo chiudessero il cancello”, per dire come a volte la semplicità e prosaicità di certe frasi non impedisce, ma anzi esalta, la loro trasfigurazione in un bel verso (senza che nulla si sposti nel testo, ma per la collocazione felice, per gli echi che genera, o chissà per cosa, un po ‘misteriosamente). Io da ragazzo abitavo in una stazione ferroviaria e i carcerati li vedevo dalla finestra, salire e scendere – per ultimi o per primi – dai convogli accompagnati da scorte spesso nutrite. E devo dire che i volti delle guardie spesso incutevano e manifestavano uguale tristezza e malinconia…
Antonio
Francesca Pellegrino ha detto:
ecco, si
Antonio mi trovi perfetta,mente daccordo.
è la trasparenza che ne fa bellezza, vera.
e piena di anima.
Ci ritorno, perché a rileggerla, dopo essere passata dal post di Antonella, mi è rimasto dentro quell’incipit “L’arrivo del piroscafo era uno spettacolo”
Ecco, in quell’incipit vi è l’entusiasmo puro, ingenuo. vero.
E la cosa davvero bella, è la sua resa totale!
Ecco, volevo solo aggiungere questo a quanto ho detto prima.
era doveroso per me.
michele ha detto:
Un breve racconto quasi un sogno che dura l’istante, forse la stretta al cuore, forse l’orizzonte, forse l’arrivo….
Michele
silvia molesini ha detto:
Me la ricordo ancora.
Ci sono cose semplici e piene che si stagliano.
Bimba bimba.
Un bacio, Sandra.
viadellebelledonne ha detto:
ormai mi capita così, che se ascolto una musica o leggo una poesia non sono io che dico bella ma è il mio corpo che me lo dice con un brivido sottile. antonella
visionidiblimunda ha detto:
Bellissime parole cara Sandra e un tuo particolare e sottile modo di percepire empaticamente il vissuto altrui; non un’immagine ma gli occhi dell’Altro…questo mi rimane e ti ringrazio.
giovanna ha detto:
Uno sguardo tenero e lacerante, il piroscafo che porta anime, storie… guardandolo hai la consapevolezza che anche una parte di te vorrebbe navigare.
sandrapalombo ha detto:
Francesca, Antonio, Michele, Silvia, Antonella, vision, Giovanna, vi ringrazio per la lettura e gli interventi.
Sì la mia poesia può essere definita una poesia con ingredienti lessicali poveri, cioé semplice perché solo così riesco a scrivere e a comunicare ( forse).
Sandra
Rina ha detto:
Le reiterazioni, nei versi in chiusura, mi hanno portata per un attimo lì, ed ero quella bimba col cuore stretto stretto..
marinaraccanelli ha detto:
mi piace molto questa semplicità che non è – assolutamente – banale, ma comunica – in modo immediato e pregnante – qualcosa di profondamente sedimentato nel tuo animo, da te restituito ed offerto in forma levigata e perfetta
ciao
marina
Francesca Pellegrino ha detto:
non c’è cosa più difficile di scrivere tali profondità, con un linguaggio semplice.
e per questo richino il capo.
ritabonomo ha detto:
la mia poesia può essere definita una poesia con ingredienti lessicali poveri, cioé semplice
più che poveri, Sandra, avrei detto ‘ingredienti lessicali di base’. Ciò contribuisce a dare al testo un’impronta immediata, efficace. Di ciò che si ‘racconta’ non è, infatti, difficile vedere le immagini ma la memoria che si conserva di immagini come queste, credo in ogni lettore, offre la possibilità, in ogni caso, di raggiungere la propria ‘scappatoia’ ovvero di mettere a disposizione della lettura la propria personale percezione. E’ per questo che mi piace quest’alchimia di ingredienti ‘semplici’ intrisi di memoria. Un’alchimia, trovo, molto raffinata. 🙂
Blumy ha detto:
la ‘semplicità’ non sempre ha connotati negativi.non nel tuo caso.
conosco una poetessa – ma potrei citarne a decine – che, ogni volta che la leggo, mi risulta incomprensibile e ostica, anche perchè, con il desiderio di ‘essere diversa’ o non so cos’altro, infarcisce i suoi versi con termini ed immagini che stonano con gli altri versi, con il contesto in genere e, alla fine, il risultato è assolutamente negativo.
Percio’ sii fiera della tua semplicità.
sandrapalombo ha detto:
Ragazze mi imbarazzate. Diciamo che la mia scrittura è una scrittura povera, come la cucina della mia isola. Pochi ingredienti ma genuini 🙂
Grazie a tutti. Sandra
doppiocaos ha detto:
Ma che bella, Sandra! Leggo solo ora, in ritardo, ma apprezzo moltissimo. Grande espressività, quella che nasce proprio dalla sobrietà del lessico, quella che suggerisce senza invadere, ossia senza retorica. Ci vuole un’esperta padronanza del linguaggio poetico – e non solo – per raggiungere questi risultati.
Complimenti; non dimenticherò facilmente queste tue immagini.
Chiara
croquignolle ha detto:
sì.
mi unisco al coro.
questa poesia mi piace molto.
saracappello ha detto:
cara Sandra grazie per la pronta risposta al mio saluto…..da bambina mi divertivo per puro senso di giocosa curiosità, con alcune piccole amiche, a telefonare a numeri telefonici di sconosciuti, ritenendolo un vero azzardo ed un gioco molto intrigante….oggi con internet, c’e’ lo stesso piacere ma non il senso di colpa di allora….quindi EVVIVA ai contatti con sconosciuti e sconosciute che sanno dimensionarsi prontamente.
quindi EVVIVA alle BELLEDONNE. Un caro, divertito saluto, Sara