Molteplici sono gli aspetti che colpiscono aprendo il libro di Sonia Caporossi “Erotomaculae” (Algra Editore, 2015), il primo è sicuramente l’impianto grafico che mi ha fatto immediatamente pensare alle opere di Emilio Isgrò. Artista che pure trasforma il linguaggio verbale in linguaggio visivo con le famose cancellature che anche Sonia Caporossi opera sui suoi testi, ma a differenza di Isgrò, per il quale si può parlare di “sottrazione della parola”, la cancellatura della Caporossi a mio avviso è più un mettere in evidenza, un dare forza alle parole eppure lasciando a queste la libertà di esprimersi, di dire e/o non dire. Continua a leggere
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