Ecco un altro esempio di gloria effimera. Famoso a suo tempo, oggi Lorenzo Montano (al secolo Danilo Lebrecht: il padre Carlo Lebrecht era un austriaco la cui famiglia era di origine polacca, la madre Rosa Prister, russa) arricchisce la schiera dei narratori ingiustamente dimenticati. Nacque a Verona il 19 aprile 1893 e morì in Svizzera, a Glion-sur-Montreux, il 28 agosto 1958. Sembrano profetiche le parole che incontreremo in questo libro: “L’essere di gente come noi è percettibile soltanto dove e fino a che siamo presenti; ma non ne resta segno né impronta negli uomini o nelle cose per attestarlo e comprovarlo.”
Dalla rivista Antarem (http://www.anteremedizioni.it/), che istituì e ancora organizza il premio letterario a lui dedicato, traggo le seguenti notizie: “Fu tra i fondatori della “Ronda” (dove tiene una rubrica di aforismi, moralità, osservazioni critiche intitolata “Il perdigiorno”). Collabora dal 1929 con la casa editrice Mondadori come consulente editoriale, lavoro che conserverà anche in Inghilterra, dove, in seguito alle persecuzioni razziali, è costretto nel1938 a emigrare. Qui diventa redattore del periodico “Il Mese”, di cui curerà, dopo la liberazione, l’edizione italiana fino al 1947. Continua a leggere
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