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Notte taranta


Anche se quell’aia è lontana
e l’eco dei tamburelli si perde
resta un’essenza ritmica di grano
l’impronta danzante di una mano

Anche se tutto il male di stelle
che doveva piovere è piovuto
la notte regala ancora lumi
fuochi fatui di timpani che ondeggiano
ancora note sul ciglio della morte
fiati sul collo della serpe
passi che sollevano ondate
sospingono il buio nella rete

Si sale inconsapevoli su fili
tesi tra terra e luna
già l’eco fossile canta
allo spazio la rivincita sul ragno
il pane ha battuto il ferro
il sangue rientrato in vena

In alto il nostro suono indelebile
oscilla quantica
l’offerta di una mano

da CURVE DI LIVELLO, Annamaria Ferramosca, collana Elleffe, Marsilio, 2006.

L’illustrazione “Notte_Taranta_Rosa” e di Roberto Matarazzo.