suoni come di un nastro strappato
una lieve mano che apre un pacco
– un primo pomeriggio piovoso,
un’ora di stasi indifferenziata,
come priva d’importanza, solo
un posarsi strato su strato
d’un’inquietudine senza cause apparenti –
cose prive di valore,
pioggia appunto, e attesa
e aerei che decollano
e nessuna fretta che finisca…
Sull’onda crepuscolare
galleggiano remote
cose che acquistano
un senso improvviso nuovo,
una specie di trasloco,
sui muri, nei corridoi,
ovunque si accumuli il vivibile,
qualcosa matura
come se le parole
ingravidate creassero
le cose stesse,
le cacciassero via di casa
come figli ingrati.

Giacomo Cerrai