Italia, la violenza silenziosa contro le donne. Il racconto di Riccardo Iacona
Uscirà giovedì 11 ottobre “Se questi sono gli uomini. Italia 2012. La strage delle donne”, l’inchiesta del giornalista Rai sul femminicidio. Solo a metà del 2012 sono più di 80 le donne uccise in Italia dai loro compagni. 137 nel 2011. Una ogni tre giorni.
Uscirà giovedì 11 ottobre “Se questi sono gli uomini. Italia 2012. La strage delle donne” (Chiarelettere) di Riccardo Iacona, giornalista Rai da più di vent’anni e conduttore di Presadiretta suRai3. Un libro che è il racconto di una tragedia nazionale, che macina lutti e sparge dolore come una vera e propria macchina da guerra. Una guerra che prima di finire sui giornali nasce nelle case, dentro le famiglie, nel posto che dovrebbe essere il più sicuro e il più protetto e invece diventa improvvisamente il più pericoloso. Solo a metà del 2012 sono più di 80 le donne uccise in Italia dai loro compagni. 137 nel 2011. Una ogni tre giorni.
Riccardo Iacona ha attraversato il paese inseguendo le storie dei tanti maltrattamenti e dei femminicidi. Finalmente la voce di chi subisce violenza possiamo ascoltarla, insieme alle parole degli uomini, quelli che sono stati denunciati: “Avevo paura di perderla. Gliele ho date così forte che è volata giù dal letto…”.
“Qual è allora l’Italia vera, quella dove l’amore è una scelta e le donne sono libere, o quella delle tante case prigione in cui siamo entrati? Questa è una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dice come siamo nel profondo” scrive Iacona. È un fenomeno che non si può catalogare tra i fattiborderline. Sono decine i casi di violenza silenziosa e quotidiana che si consumano nelle nostre case. “La sera, appena sentivamo il rumore della macchina di lui, io e i bambini entravamo in agitazione; dicevo loro: ‘Mettetevi subito davanti alla tv’. Una vita che, così, diventa un inferno.
da Il Fatto Quotidiano > Donne di Fatto 8 ottobre 2012
sara ferraglia ha detto:
Sarebbe bello non dover approfondire l’argomento. Significherebbe che ha poco peso. Invece lo approfondiremo, purtroppo o per fortuna, perchè se ne deve parlare.
Grazie.
Sara
fattorina1 ha detto:
La violenza sulle donne non è fatto contemporaneo; mi sembra , tuttavia, che di questi colti e informati tempi si sia andati oltre allo schiaffo, ora la donna la si pesta e la si uccide. Una volta al maschio bastava la certezza della prole, oggi, smarrito, privo di una qualunque idea di amore che non sia possesso ( come il resto tutto intorno), ciò che rivendica una statuto di individualità è considerato rivolta intollerabile.
La strage delle donne deve farci riflettere e con profondità sul fenomeno.
icittadiniprimaditutto ha detto:
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
tizianatius ha detto:
La violenza sulla donne è un fenomeno sempre esistito, ora ancor più preoccupante, non si tratta solo della violenza in sé (si parla di uccisioni e questo è orribile) ma segnala un’incertezza profonda, in una società che potrebbe avere (che ha) gli strumenti per migliorare e invece pare stordita e disorientata al punto di
dimenticare che “siamo umani” e citando Arrigoni “restiamo umani”, il suo diviene un grido che -deve- mobilitare tutti a tornare al valore del rispetto.
Grazie allo scrittore per avere affrontanto un percorso che può segnare un inizio.
Tiziana
Apocalisse 23 ha detto:
Ohibò, perchè tanta sollecitudine verso una forma di violenza, quando la società in cui viviamo è per definizione multicriminale. In Italia c’è un numero enorme di crimini commessi dagli extracomunitari contro gli italiani, eppure nessuno parla di italianicidio. E per restare alla violenza contro le donne, moltissimi casi di stupro sono commessi da extracomunitari ai danni delle donne italiane, eppure nessuno parla di stupro etnico…
Angela Siciliano ha detto:
Bisogna dare fiducia agli uomini (e intendo maschi) di intellligenza, sensibilità e volontà, che tengono lontano da sé la possibilità di usare violenza sugli altri.
Deve cambiare la cultura del più forte (fisicamente) che prevarica soltanto perché può farlo facilmente, perché il discorso della violenza in generale include tutti, gli uomini e le donne. La violenza infatti avvelena e può avvelenare sia gli uomini che le donne, in entrambi i ruoli: di chi la commette e di chi la subisce.
Il fenomeno del femminicidio, ovviamente, ha le sue cifre vistose e la sua virulenza e la sua peculiarità nelle cause e nella forma (il possesso patriarcale, la prevaricazione sessuale, il maschilismo ecc.). Rendersene conto e parlarne può modificare le cose, scriverne e informare la società di quanto accade è importantissimo. Per questo ringrazio, da donna e da cittadina, Iacona per il suo lavoro e viadellebelledonne per
il post.
lux.frisa@libero.it ha detto:
non condivido le osservazioni contro gli extracomunitari di Apocalisse 23. Gli stupri non li compiono solo loro.Smettiamola di discriminare,per favore.
sara ferraglia ha detto:
Orribili osservazioni Apocalisse 23, anche poco lucide.
gisy ha detto:
Incredibile commento quello di Apocalisse 23. Ma se la maggior parte delle uccisioni di donne avvengono all’interno di italianissime famiglie, che senso ha parlare di “crimini di extracomunitari”?! Purtroppo c’è una subcultura dilagante nel nostro disgraziato Paese e anche qui, purtroppo, ne abbiamo prova. O si tratta di una provocazione!?
claraserra ha detto:
Inammissibile il commento di Apocalisse 23. Sarà il caso che si informi meglio.
api ha detto:
il femminicidio esiste, in Italia. non si consideri il termine vincolato ad immagini d’America Latina. Non accetto neanche giustificazioni legate a ‘vivenze’ mediterraneee, esiste, è un dato di fatto. il sentire delle donne è impregnato di voglia di vivere. chi la stronca, questa voglia, è un assassino. che si ponga come coniuge che si spaventa all’idea di perdere il ‘possesso’, che sia visto come un ‘eccesso d’amore’, trovo sia scandalizzante accettare forme e modi di rapportarsi alla donna, come essere pensante, attivo, vivo.
luciannaargentino ha detto:
Un post doveroso e dovuto. Concordo con Clara Serra, Apocalisse 23 dovrebbe informarsi. Andare ad indagare il movente di tanti femminicidi e magari leggere il libro di Iacona.