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Bassano Antonio

Antonio Bassano

L’imperfezione dei cardini

Prefazione di Ivan Fedeli,

Postfazione di Fabiano Alborghetti

Le voci della luna, 2009

L’imperfezione dei cardini ci è offerta nel duplice abbraccio di una prefazione che l’analizza in profondità (‘tentativo di esorcizzare l’illeggibilità del vivente’, Ivan Fedeli) e una postfazione che ne ricostruisce genesi e stile (‘La poesia di Antonio è maturata “in solitaria”…l’autore usa un tono colloquiale compatto. Riesce ad essere eco senza però travestimento o rifrazione’, Fabiano Alborghetti). La raccolta è arricchita dalla riproduzione di alcune opere di Stefano Phen Buccarello – oli su tela o in tecnica mista – tutte dedicate alla tangenziale romana, che ‘…taglia il respiro come lo Scalo/straborda da ogni pensiero, si prende tutto/ spariglia le carte, azzera lo spazio, annulla mappe,/ tenia di asfalto aggrappata a questo cielo al neon’ (Antonio Bassano).

Entriamo dunque nei testi pronti ad incontrare una quotidianità annunciata, lo stile prosastico di una voce nuova. Ci troviamo così in minuziose scenografie d’interni, in minimali geografie urbane; assistiamo ad incerte autopsie di ricordi, al fermo-immagine di incontri e lontananze, a brevi pensieri senza certezze. Quella di Antonio Bassano è sicuramente una poesia che coinvolge, che conduce il lettore con estrema naturalezza dentro la vita che racconta. Il verso libero è ben lavorato; la rima, interna, affiora ogni tanto, senza invadenza; il discorso fluisce in una dimensione accattivante, tra leggerezza e dubbi montaliani. L‘anello che non tiene’ è qui l’imperfezione dei cardini, ambiguo presagio che s’accomuna, nella poesia omonima, all’inutilità della chiusura dell’anta (‘Certo che sono tutte fissazioni le mie/come chiudere a chiave la porta di sera/ pur sapendo l’imperfezione dei cardini, delle giunture…’). Troviamo dunque piena conferma del disegno esorcistico del poeta: ogni testo tenta di fissare il vissuto di un breve e preciso momento, il miracolo d’ingannare il tempo (‘Io sempre pronto a imbrogliare tutto: oggetti,/indumenti, carte: va a finire che poi trovo il coraggio/una volta tanto di prendermi il cantuccio libero all’angolo,/tutto questo spazio vuoto nello specchio’). La prova, devo dire, è pienamente riuscita; pur restando infatti, quel tentativo, fatica eterna ed insolubile della poesia, questo di Antonio Bassano va premiato per l’autenticità e per la costanza di qualità e di forma.

Antonio Fiori

Dovrei alzarmi presto senza far tardi la notte
come se il sonno mi facesse davvero paura
finendo per chiedermi se dormi, se hai potuto dormire
nei minuti in cui pensavo al frigorifero che ronza,
a qualche scontrino vecchio di mesi e mesi
ma tenuto ancora accartocciato nei pantaloni.
Mi ritrovo infine in questa deriva ormai familiare
a coccolare il cane e la gatta che borbotta in amore,
risvegliandomi poco a poco in me stesso o in altri
con storie da raccontarti la sera, tutte d’un fiato,
finché il respiro non mi sorprenda come un vizio disumano
.

*

Talvolta sì, ti ho spiato a lungo dopo l’amore
e fingendo di abbandonarmi ai sogni intanto rubavo
quello che di te non conosci, quel movimento di spalle
che non sai di avere nel sonno, che si accorda al respiro
lungo gli snodi del corpo giù fino ai fianchi.

Sempre più spesso ora ti addormenti presso di me
tirando via con un gesto le anse di polvere dalle tende,
dal legno sverniciato degli infissi, riconoscendo al tatto
o per odore questa camera che è mia solo per abitudine,
dove ti perdo e ti ritrovo seguendo le orbite degli umori,

sbagliando la conta dei passi che ci sono dalla lampada al letto.

Percorro lo spazio come una crepa, dividendomi in una o due,
in mille piccole radici che scavano con furia alle tempie,
nel tentativo di risalire su di te, grumo di rimmel,
temendo di non farcela in salita, nei salti a vuoto della catena.

*

I dubbi di Ulisse

Voglio rimanere nella parte più profonda della casa

dove il silenzio è lo stesso da sempre, dove è più forte

l’abbandono al ricordo, più forte del vento che s’alza,

dell’ulivo e del remo, nella rabbia per il giardino incolto.

Per tornare a scoprire come siamo fatti ci vuole tempo

ma affinché il mio sfiorarti non sia un nuovo addio

bisogna che non ci sia più mare, che io non sia mai partito.

Antonio Bassano è nato a Roma nel1976 e vive a Guidonia Montecelio. Suoi testi sono apparsi su varie antologie di LietoColle , tra cui Il segreto delle fragole 2004 e 2007, e sul settimanale ‘Lo Specchio’ abbinato al quotidiano La Stampa e curato da Maurizio Cucchi (nel 2002 e nel 2004). Nel maggio 2008, sul settimanale telematico Tellusfolio, è apparsa una approfondita presentazione del suo lavoro poetico, a cura di Fabiano Alberghetti. E’ socio fondatore e volontario dell’associazione Energheia che si occupa di promozione culturale e sportiva. L’imperfezione dei cardini è la sua opera prima, vincitrice, nel 2009, della XV edizione del Premio Renato Giorgi per la silloge inedita.