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Visto che il confronto tra Dionysios Solomos ed Ugo Foscolo ha suscitato un certo interesse, posto la poesia che Solomos ha composto nel 1827, per commemorare la morte di Foscolo. che nel 1815 aveva lasciato l’Italia, andando in esilio in Inghilterra e non era più potuto tornare in patria.

Solomos ritiene che l’Italia è stata una patria “ingrata” e deplora il fatto che le spoglie di Foscolo riposino in un paese straniero. Effettivamente all’epoca era così, perché solo dopo l’unità d’Italia le spoglie di Foscolo furono trasferite nella chiesa di S. Croce a Firenze.

IN MORTE DI UGO FOSCOLO

Pianse Tua patria, o splendidissim’alma,
Il dì che ‘l Tuo partir da lei le spiacque;
E pianse poscia, e invidiò la palma,
Che italica, e non sua, tanto Ti piacque.

Ed or più piange, e batte palma a palma,
E nullo accento di dolor si tacque,
Gridando: Ahi che m’è tolta anche la salma,
Che già famosa in terre stranie, e giacque!

Deh! per quei, che Tu avesti, incliti fregi
D’ingegno e di virtù, che fur di tempre
Che intellette saran sol dagli egregi,

Se non vuoi che Tua patria si consigli
Col dolor del suo danno, e pianga sempre,
Fa che nasca per lei chi Ti somigli.