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The Waltz, un video di Maria Korporal, © 2010
“Il video fa parte del ciclo Korporal Zoo: una serie di brevi video che trattano il rapporto tra animali e esseri umani da diversi punti di vista – culturale, sociale, ambientale. Nel video The Waltz figurano uccelli che volano liberi, e una coppia di donne (possono essere sorelle, amiche, amanti) che sono rinchiuse in una gabbia e ballano infinitamente sul ritmo di un valzer. Alla fine riescono a liberarsi…” M. K.
Il video è stato proiettato il 24 aprile 2010, durante l’evento Female Power, e il 10 luglio al Festival Miden, Kalamata, Grecia.
Sara Ferraglia ha detto:
Bello, bellissimo! Delicato e nello stesso tempo denso di significato.
Del resto il fatto che, casualmente o a ragion veduta, sia collocato dopo il post “Le italiane” lo rende ancor più apprezzabile.
L’albero che cresce, come la consapevolezza, la primavera di una rinascita, di una rivalutazione; la rondine che prepara il nido ma sopra di lei volano falchi , più alti e liberi.
Piaciuto tantissimo.
Sara Ferraglia
donatellarighi ha detto:
Confermo il giudizio di Sara, mi è piaciuto parecchio. Apprezzo le opere che in poco sanno comunicare molto, l’essenzialità che gronda significato.
Sebbene poi questa essenzialità possa essere diversamente interpretata.
Per esempio la mia attenzione era presa tra due fuochi, il nido e la gabbia. E mi pareva assai significativo che al crescere dell’uno si conservasse la funzionalità dell’altra. Il nido, la casa, non a caso successivamente riposta tra mani maschili, è rifugio ma per le donne anche simbolo di vita imposta e obbligata. E’ solo dopo la disintegrazione della gabbia, con le lotte per la rivendicazione dei diritti delle donne, che anche il nido si disperde. E rimangono solo le piume.
E queste piume mi fanno molto pensare. Cosa ci vogliono dire?
Che la donna ha riacquistato la sua indipendenza/dignità, lasciando solo residui nel nido?
O che di tutto quello che si poteva presagire da questo movimento di liberazione è rimasta ben poca cosa, solo piccole piume ininfluenti?
lucetta frisa ha detto:
Molto piaciuto proprio per la sintesie la semplicità ( che non è povertà d’espressione). Ma quelle piume che si disperdono sul finale creano anche a me lo stesso interrogativo inquietante di Donatella.
Mi piacerebbe leggere ancora altre interpretazioni. ( almeno quelle sono veramente libere)…
Grazie,Lucetta
.
Blumy ha detto:
avevo già visto qualcosa di questa straordinaria artista. gli uccellacci che incombono sulla danza apparentemente serena (è ingabbiata) delle due donne, mi sembra ne facciano scempio, distruggendo, nonostante la volontà di conservare e di portare avanti la loro (la nostra) dignità, i loro(i nostri) diritti. mi sembra che alla fine rimanga ben poco, che quelle piume siano come cenere, un residuo, una piccola testimonianza (o forse il continuum dei figli?) di quello che è stato fatto.
paolalovisolo ha detto:
lo dice la K. stessa: “… alla fine riescono a liberarsi.”
e io aggiungo che è una libertà così totale e rotonda che non ha più bisogno dell’ illusione del volo=piume.
certo è un’ interpretazione forzatamente ottimista. e forse lo è anche l’ augurio che si fa la K. stessa; c’è da dire che con libertà si possono intendere un’ infinità di cose: la libertà dal gioco dei costumi culturali e quindi famigliari, la libertà dalla discriminazione sul lavoro, la libertà o l’ affrancarsi da certi luoghi comuni di parte dell’ universo maschile, la libertà anche – e bisogna pur dirlo – da un fastidioso circostanziato autovittimismo che ci vede martiri sante e oppresse sempre – e infine ma non ultima ma per chiudere questo mio intervento, anche la sceltà di “liberarsi” dalla morte in vita e quindi la libertà di conquistarsi l’ altrove libertà decidendosi per il suicidio.
un saluto
paola
antonella pizzo ha detto:
la gabbia non necessariamente imprigiona, può anche essere protezione.
vivianascarinci ha detto:
Personalmente non credo che con questo lavoro si voglia tentare di stabilire un punto d’arrivo collettivo. Già questa volontà implicherebbe la perdita di quella leggerezza che secondo me il video comunica, una leggerezza a posteriori che potrebbe essere il dono che a volte recano vicende collettive e personali molto impegnative. Poi le due donne sono intese in stretto rapporto con gli animali come fossero volatili anch’esse e da questi, in un’intenzione veramente poetica, iniziate alla leggerezza e al rischio del volo fuori dalla gabbia. Gli spunti interpretativi sono infiniti, tutti veri a seconda dei singoli vissuti, come testimoniano i commenti di sopra. Credo che molto del valore di questo lavoro stia nella capacità di legittimare ogni interpretazione ponendo lo spettatore in primo luogo in rapporto emotivo col proprio vissuto. E chi può dire che il “messaggio”non sia la speranza che (almeno per la durata del video) un semplice giro di valzer possa accogliere dopo la necessaria battaglia di generazioni, il vissuto emozionale di chi si sente a vario titolo tuttora coinvolto, mondo animale compreso.
clelia pierangela pieri ha detto:
Ho visto altrove questo video e mi è piaciuto davvero tanto.
Dice molto lasciando spazio all’interpretazione personale, lo dice in eleganza e qualità.
Spero di potere vedere ancora lavori di Maria Korporal.
Grazie, Maria.
clelia
paolalovisolo ha detto:
Grazie di cuore Clelia per avere lasciato il tuo apprezzamento anche qui: è un gesto che ci porta condivisione a tutti.
paola
clelia pierangela pieri ha detto:
E’ doveroso.
Quel “mi piace” altrove, quel “mi piace” inanimato e troppo spesso in fondo in fondo disinteressato, non mi piace per nulla. Devo ricordarmi più spesso che quel luogo è solo il passaggio per arrivare a scrigni come il vostro sito e tanti altri come questo.
Si fa tanta fatica a seguire un blog o un sito, postare, impaginare, scrivere, realizzare un video etc. etc., poi lì: “mi piace” e finisce tutto.
Devo assolutamente tenere a mente questo pensiero.
Grazie della scintilla.
clelia
paolalovisolo ha detto:
e io, Clelia, lo terrò a mente con te queste tue – credimi – prezione parole. preziose, sì. e auspico che possano diffondersi e diventare di molti. nel mio piccolo mi piacerebbe contribuire alla loro diffusione e dunque le farò “girare”… Vi farò “girare”. ti rinnovo il mio grazie.
paola