E’ appena uscita, pubblicata da Einaudi, la raccolta “Bestia di gioia” di Mariangela Gualtieri. Il libro è diviso in cinque ben distinte sezioni ( come i cinque atti del teatro antico ) strettamente legate fra di loro. Definito da più parti il libro della maturità e dei frutti migliori di tutte le raccolte poetiche della Gualtieri.
“Naturale sconosciuto”
Tutto davanti al volto si rivolta
nulla sta fermo nella rotazione.
Il moto della terra
avvicenda le vite
alle vite, sbenda il pulcino
dal suo guscio e lo conduce becchettando
fino alla sua forma piena
fino alla matrice, alla riproduzione
fino al rosso vivo della cresta.
***
Da “Un niente più grande”
La bambina è rimasta con me.
Non è mai nata.
Si sbilancia fra i miei precipizi
ride forte e lenta dorme
e forte resta
resta sempre. Col suo cuore
che fa cuore col mio.
La bambina di sole azzurrina.
***
Da “Sponde degli insonni”
E’ venuto un sonno benedetto
e mi ha stretto nel suo respiro
mollato. Mi ha condotto
insieme a tutti i dormienti
nel posto di buio immacolato.
Come dormivo bene
questa notte! come ristorato
il corpo ride al normale mattino
che a me pare un tale paradiso.
Per questa gioia
è valso non dormire.
***
Da “Per solitario andare”
Cadono comandate
le pigne. Sopra tutto si gingilla
il tempo.
Cadono le aghe dei pini quando è ora.
C’è obbedienza nel regno.
Uova schiudono piccole piume
ordinatamente il bruco
penetra nell’invitante polpa.
Circola un bene
spintona o trattiene
in volo alto sostiene
anche noi siamo parte.
**
Da “Mio vero”
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
***
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Si è laureata in architettura all’IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.
fernirosso ha detto:
sembra quasi un’altra, Mariangeli Gualtieri, dai tempi di
Volevo tutte le sbandate
essere viva fino allo scortico
essere tavolo pietra bestiale essere
bucare la vita coi morsi
infilare le mani in suo pulsare
di vita scavare la vita scrostarla
sfondarla spericolarla battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
Per amore – per amore – tutto per amore.
Quando ciò voleva sbranare, divorare,scorticare.Ora c’è un salto,senza nome in nome di una divina bellezza, di un moto celeste che sbandiera dovunque la sua sostanza unica e mirabile, addirittura dicibile, a differenza del suo NON SO, del Fuoco centrale e altre scritture (Parsifal)
Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
é intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
é un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.
Io non so se l’amore sia una guerra o una
tregua, non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare di quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che é qui presente fra le vite degli
altri.
Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo,
e stare buono nelle sale d’aspetto della
vita. Io non so nient’altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei, non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita.
Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei
guerrieri che si innamorano.
Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.
Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.
…
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perchè
mi trovo in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perchè stando a occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.
Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
E’ poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.
Oggi tutto è (c)os(m)os, bocca che dice, che ride, che canta, un’armonica sulla corda dell’orlo, lo stesso incommensurabile salto di prima,perché anche il tempo è materia del salto e si deve morire di tempo nello spazio del non so, per percepire qualcosa che è (in) noi e serve coraggio per smantellarne le mura in cui è costretto, pena una infinita morte, per amore, soltanto per amore.
ferni
Blumy ha detto:
Mariangela Gualtieri è una poetessa che amo molto. L’ho trovata strepitosa nei primi libri, ma nell’ultimo la trovo cambiata e questo cambiamento si palpa con le mani con gli occhi con il cuore. Le poesie di Bestia di gioia sono di una bellezza che trafigge, tanto belle da far male. Si sente una donna che ha superato molte cose, ne ha raggiunto altre, non ha perso se stessa ma ha trovato qualcosa di più prezioso dentro di sè. E’ un libro bellissimo. Lo porto con me, nella borsa, quasi sempre.
(e non pensare, ferni, anche il tuo si trova in un posto privilegiato: nella mia stanza).
Sara Ferraglia ha detto:
Grazie a Ferni per il suo appassionato commento.
Questo libricino ( piccolo solo per le sue dimensioni) mi ha incantata, ma non avrei saputo esprimermi come hai fatto tu.
Blumy, dal giorno in cui l’ho comprato, qualche settimana fa, anch’io lo porto sempre nella borsa e leggo più volte queste “dolcezze”, anche in autobus, nel frastuono della città.
Mi fanno bene.
Sara
fernirosso ha detto:
A dirmi della pubblicazione è stata un’amica, Anna Maria F., mi ha detto che era bellissimo. Così sono andata in libreria e l’ho acquistato. Sto ancora leggendolo. Ho letto tutte le raccolte di Mariangela, e la conosco da un po’, come anche Ronconi, cui lavora per il teatro. Già da Senza polvere senza peso, c’erano le prime tracce della mutazione, e anche in parte dei testi per il teatro Valdoca, si sentivano i passaggi, verso luoghi che tentavano di curare le tante fratture, le ossa rotte, la bocca crepata, la parola frenetica e velenosa.
C’è quiete, in questa raccolta, che non è stasi, ma è l’alta riva di un altro mare, un mare che si è travasato per intimi cavedi e capillarmente ha invaso il corpo dei suoi suoni e dei suoi inter-valli di ascolto, armonizzazioni di un cammino molto lungo, e di un desiderio che è rimasto in cova, dentro l’orlo di un precipizio.
Si è visto il fiore, su quell’orlo, e si è acutizzata la vista e i sensi tutti su quella presenza.
Alcune cose, del passato, sono il ponte per arrivare qui, a questo ora, altre, hanno subito una recisione, ma. Non è rimasto vuoto quel taglio,c’è una presenza che vive.f
fernirosso ha detto:
per Blumy: grazie, per quello che hai scritto, spero tu possa trovare delle porte tra le pagine, o meglio dei varchi, insieme ai grandi migratori del deserto o delle nuvole da cui …una via. Sono felice per questo libro di Mariangela, ma aspetto un’altra scrittura, pensata e scritta per il teatro, che ha molti semi particolari: ci sono querce, e mistero. Dovrebbe uscire a novembre la pubblicazione. Lo sto già aspettando da quando, in una presentazione teatrale, Cesare ha portato in anteprima dei brevi frammenti. Ciao.f
Blumy ha detto:
già ne prepara un altro? sarà mio.
fernirosso ha detto:
Lo sta lavorando da tempo, è un testo per il teatro, ma ha, nella sua carica arcaica una stupenda primitiva forza: il senso della curiosità che si fa ricerca di appartenenza, alla terra, alla natura, al mistero ancora quasi tangibile. f
gliocchidiblimunda ha detto:
Mariangela Gualtieri è una delle più interessanti voci contemporanee. Grazie per avermela fatta ri-leggere anche qui. I suoi testi per “Paesaggio con fratello rotto” per il teatro Valdoca, come dice bene Fernanda, sono semi e mistero (per me di incanto e bellezza somma). Anch’io la seguo passo passo sperando prima o poi di incrociarla per davvero.
Alessandra
sandrapalombo ha detto:
La conoscevo di nome, non avevo letto mai niente, ma queste poesie sono un incanto.
Sandra
elina ha detto:
in libreria vi era ancora una copia, l’ho presa al volo
non conosco interamente la sua scrittura, ho iniziato a leggerla da “Paesaggio con fratello rotto”
questo suppongo sia un libro da centellinare, come tutte le cose belle merita ascolto e cura
infine ringraziamento
Elina
Sara Ferraglia ha detto:
Sì, questo libro è tutto da “gustare” .
L’ho letto e riletto più volte, segnando nell’angolo destro della pagina, le poesie che più mi “parlavano” . Ad una ulteriore rilettura, toglievo i segni all’una per assegnarli ad un’altra e così via, lasciando tracce sovrapposte su molte pagine.
Poi ho scelto quelle che ho inserito qui.
Non ho usato il comodo “copia/incolla”, non perchè i testi fossero così freschi di stampa da non trovarsi nemmeno in rete, no…Ho volutamente “copiato in bella”, verso per verso le poesie selezionate e mentre leggevo ad alta voce, copiavo, centellinavo e godevo di tanta bellezza.
Sara Ferraglia
maria pina ciancio ha detto:
Evoluzione e sviluppi decisamente in positivo per la Gualtieri. Da leggere sicuramente. Grazie Sara di questa proposta. Mapi