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Questo primo piano dell’ammaliante Marilyn Monroe è apparso su di un calendario della Pirelli. Apparentemente non si nota nulla di anomalo. Ma, se ci avviciniamo in maniera considerevole, ci accorgiamo che il neo sulla guancia sinistra ha una forma inconfondibile: quella del logo della casa costruttrice di automobili Mercedes!

Messaggi subliminali: chi non ne ha mai sentito parlare? Ma sappiamo cosa sono? Ed è possibile evitarli?  A cosa servono? Esistono davvero? E com’è la situazione oggi?
Questo è senza dubbio un argomento di grande fascino e sul quale sappiamo davvero poco. Vi propongo oggi questo interessante articolo (tratto  dal portale Il comunicare.it) di Nicola Amato, scrittore, giornalista freelance, tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale.

Reportage: la comunicazione subliminale tra mito e realtà
di Nicola Amato

Quando parliamo di subliminale (dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio) ci riferiamo ad un’informazione che il cervello di una persona assimila a livello inconscio. Può essere trasmesso attraverso scritte, suoni o immagini che trattano un qualsiasi argomento che nasconde al suo interno, nella maniera in cui opera la steganografia, ulteriori frasi o immagini avulse dal contesto iniziale che rimangono inconsapevolmente nella memoria dell’ osservatore.
Essenzialmente lo scopo di un messaggio subliminale è, se inserito per esempio nei comunicati pubblicitari, invogliare il consumatore ad acquistare uno specifico prodotto. Oppure, attraverso la scrittura e la grafica in genere, ma anche attraverso il suono, può servire a propagandare pensieri ed ideologie di qualsiasi natura.
Sebbene studi approfonditi furono fatti solo in seguito, già nel 1884 il filosofo psicologo A. H. Pierce parlava dell’esistenza di sensazioni che viaggiano sotto il livello della coscienza, troppo deboli perché siano riconosciute. Viene così a definirsi il termine percezione subliminale che indica il fenomeno secondo il quale stimoli non avvertibili perché troppo deboli, troppo confusi, o perché troppo rapidi, possono tuttavia influenzare il comportamento di un individuo. Ci riferiamo dunque alla percezione di uno stimolo che viaggia ad un livello più basso di quello necessario per raggiungere la coscienza.
La comunicazione subliminale è quindi la trasmissione di un’informazione da parte di un emittente verso un ricevente attraverso un canale che veicola, in maniera impercettibile ai nostri sensi, i contenuti dell’informazione. L’obiettivo finale della comunicazione dell’emittente è quello di modificare il comportamento umano del ricevente il quale, a sua volta, se l’atto comunicativo ha avuto successo, restituisce un feed-back positivo in termini di modifiche comportamentali.
L’interesse per la percezione subliminale risale ai primi del Novecento e nasce grazie ai sorprendenti risultati degli esperimenti condotti dal neurologo Otto Poetzel, riportati tra l’altro anche nell’edizione del 1919 de L’ Interpretazione dei sogni di Sigmond Freud. Poetzel, in pratica, sottoponeva dei soggetti ad alcune proiezioni di immagini per brevissime frazioni di secondo e poi chiedeva loro di disegnare ciò che avevano visto. Poi, il giorno successivo, esaminava i loro sogni andando alla ricerca di quegli elementi o particolari delle immagini proiettate che il soggetto non aveva rilevato consciamente il giorno prima e che quindi non aveva riportato nei suoi disegni.
Questi risultati portavano alla luce il fatto che l’uomo vede e sente molto di più di quanto egli consapevolmente crede di vedere e sentire, e non solo, ma anche che quanto egli vede e sente “senza saperlo” rimane comunque presente w tutto ciò che gli viene inculcato, in maniera palese o meno, agisce nella sua memoria subconscia. Tali risultati aprirono la strada a tutta un serie di studi sul fenomeno della percezione subliminale. In questi primi studi venivano provocati alcuni stimoli da una distanza tale, nel caso di stimoli visivi, o ad un volume talmente basso, nel caso di quelli uditivi, che i soggetti dichiaravano di non riuscire a percepirli. Ciononostante, nella fase successiva dell’esperimento, in cui ai soggetti venivano fatte alcune domande riguardo alle caratteristiche degli stimoli, le risposte corrette risultavano significativamente maggiori rispetto a quelle che ci si attenderebbe basandosi su casistiche casuali. In altre parole, nonostante i soggetti avessero dichiarato di non aver percepito tali stimoli, le loro risposte indicavano invece che avevano percepito, seppure non in maniera conscia, sufficienti informazioni tali da essere in grado di rispondere correttamente alle domande sugli stimoli. Esperimenti di questo tipo sono presenti a centinaia in letteratura, e tutti riportano simili risultati.
Un altro eminente studioso del passato del subliminale é stato James Vicary, noto scienziato americano di marketing, famoso anche per aver condotto una varietà di studi, definiti inusuali, sulle abitudini d’acquisto delle donne, scoprendo, per esempio, che il battito di ciglia negli occhi femminili diminuisce sensibilmente quando le donne entrano in un supermarket. Molti degli studi di Vicary sono stati per lo più dimenticati, tranne quello sui messaggi subliminali che condusse a Ft. Lee in un cinema teatro del New Jersey nell’estate del 1957. Vicary piazzò un tachistoscopio nella sala delle proiezioni del cinema e durante la riproduzione del film “Picnic” fece lampeggiare due diversi messaggi nello schermo ogni 5 secondi. I messaggi furono mostrati solo per 1/3000 di secondo, ben al di sotto della soglia della percezione umana. L’effetto di queste impercettibili suggestioni, ” Bevi Coca-Cola ” e ” Hai fame? Mangia pop corn “, fu un incremento del 18% nella vendita di Coca Cola ed una crescita del 58% in quella dei pop corn.
Vicary, astuto esperto di marketing, fu comunque il primo a rendersi conto che le influenze operate sul comportamento rappresentano una potenziale fonte di guadagno: si giunge così nell’era della pubblicità subliminale. Nonostante lo scetticismo iniziale, ci si dovette arrendere all’evidenza che, in effetti, intervenire ad un livello inferiore alla soglia di coscienza, incrementava le vendite dei prodotti pubblicizzati in questo subdolo modo.
Nonostante lo studioso fornì pochissimi particolari del suo esperimento, la nozione che la comunicazione subliminale potesse avere effetto sul pensiero e le azioni della gente si diffuse molto rapidamente. Nel maggio 1958, appena nove mesi dopo la notizia dell’esperimento di Vicary, un sondaggio rivelò che il 42% degli americani aveva sentito parlare di questa tecnica. Di questi, il 50% dichiarò di considerare la pubblicità subliminale non etica contro l’altro 50% che la tollerava. Ma una maggioranza rilevante, il 69%, affermò che avrebbe continuato a vedere i programmi TV pur sapendo che tale tecnica poteva essere utilizzata a sua insaputa nelle varie trasmissioni.
Successivamente, nel 1962, in un’intervista per la rivista di settore “ Advertising Age” , si scoprì che gli studi di Vicary sul controllo della mente umana erano una truffa. Fu lo stesso Vicary che ammise lo scaltro tentativo di elevare economicamente le sorti di una agenzia pubblicitaria di sua proprietà ormai allo sbando, vista la forte concorrenza del periodo.
A tutt’oggi però rimane il mistero se effettivamente sia stato un inganno da parte di Vicary oppure, lui stesso, spaventato dalle potenzialità del subliminale e dallo scalpore che aveva suscitato, ritrattò le sue teorie considerandole false.
Al di là delle varie considerazioni soggettive inerenti il subliminale, c’è da dire che a breve termine è stato provato che un messaggio subliminale sortisce qualche effetto. Ossia, un messaggio subliminale che spinge inconsciamente per esempio a bere una bibita, provoca un sottile senso di sete nell’individuo che lo porta a cercare qualcosa da bere. E’ stato provato però che lo stimolo della sete provocato dal subliminale esaurisce i suoi effetti dopo pochi secondi. Quindi se l’individuo trova la bibita subito la beve, altrimenti la sete momentanea, provocata dallo stimolo inconscio, gli passa.
Com’è la situazione oggi?
Sebbene allo stato attuale delle cose non è ancora scientificamente provato al cento per cento l’efficacia del subliminale, soprattutto sugli effetti a lungo termine, vedremo nei capitoli successivi come oggi c’è comunque un prolifico utilizzo dei messaggi subliminali in ambito audiovisivo. Ciò a conferma del fatto che è molto diffusa la convinzione che il subliminale, utilizzato in determinate condizioni, possa avere degli effetti sul comportamento umano.
La ricerca in questo campo comunque sta andando avanti.
Nonostante comunque le vicissitudini di Vicary, di messaggi subliminali si continuò a discutere negli anni successivi, discutendo inoltre sulla reale efficacia dei messaggi subliminali di influire sul comportamento umano. Non si è arrivati ancora ad una soluzione definitiva ed a stabilire se funzionano o meno.
Su un punto concordano tutti: i messaggi subliminali esistono.
Vediamo, allora, qualche esempio.

 

In una delle scene finali del celebre film Matrix (Warner Bros. 1999), quando Neo, l’ “Eletto” , combatte in una metropolitana contro il capo dei robot, prima che il treno travolga quest’ultimo, sullo sfondo, appare, appena visibile per una trentina di frames (pari a un secondo), un cartello pubblicitario della Hewlett-Packard, la nota multinazionale produttrice di hardware per computer.
Si tenga presente che la scena in questione è stata girata in uno studio cinematografico messo su per la bisogna, e non in una vera stazione del metro. Dunque il cartellone pubblicitario, sbiadito e mezzo stracciato, che si vede per pochi istanti è stato messo lì di proposito.  

Il sesso nei messaggi subliminali video

Bianca & Bernie

L’8 gennaio 1999, la Disney ha annunciato il ritiro dal mercato della videcassetta versione Home Video del cartone animato del 1977 The Rescuers – uscito in Italia con il titolo Le avventure di Bianca e Bernie – perché essa conterrebbe una «riprovevole immagine che passa sullo sfondo». In effetti, dopo circa 38 minuti dall’inizio del film a cartoni animati, mentre i due simpatici roditori planano tra i grattacieli nella scatola di sardine allacciata al dorso del gabbiano Orville, in due fotogrammi non consecutivi in una delle finestre, appare l’immagine fotografica di una donna in topless. 

   

La Sirenetta In una scena finale del cartone animato La Sirenetta , durante il banchetto per le nozze del Principe Eric con la sirena Ariel, il granchio Sebastian, mentre è sulla torta nuziale, assume per una trentina di frames una forma inequivocabilmente fallica.

 

Sulla copertina della versione home video statunitense del cartone animato, sempre prodotto dalla Disney nel 1990, The Little Mermaid, uscito in Italia con il titolo La Sirenetta , appare un castello dorato. Michelle Couch osservando da vicino questa copertina, fece un’interessante scoperta: essa si accorse infatti che una delle guglie centrali del castello aveva una forma inequivocabilmente fallica. Solo in seguito al baccano sollevato dai mass-media dopo questo ritrovamento, tale guglia venne rimossa nelle copertine della versione successiva home video e laserdisc.

  

Pubblicità di una bevanda Queste due lattine sovrapposte in una nota pubblicità, nascondono un messaggio subliminale visivo. Se si osserva con attenzione, si scoprirà che i disegni sulle lattine formano verticalmente la parola «S E X».

 

 

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Nicola Amato, scrittore, giornalista freelance, tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale, laurea conseguita presso l’università di Ferrara, ha anche una Laurea in Ingegneria Informatica presso università di Londra e ha frequentato una varietà enorme di corsi che lo rendono un grande esperto di sicurezza, reti, steganografia, web e comunicazione audiovisiva e multimediale.
Si occupa di CIS (Communications and Information Systems) per conto della NATO. Nello specifico, si occupa di reti informatiche, sicurezza informatica, software applicativi, attività di docenza per Web Content Managers.
E’ impegnato, inoltre, in attività di docenza universitaria della materia “Scritture Segrete” nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università Insubria di Varese.
Autore di diversi manuali tecnici per conto della NATO concernenti le reti informatiche, topologia delle reti, tipologia delle reti, sicurezza informatica, html, Web Content Manager.
Autore dei saggi “Piero Angela” (Iuculano editore) e “La steganografia da Erodoto a Bin Laden” (Iuculano editore), ha da poco pubblicato il romanzo “Il clochard” (Il Melograno editore).
Giornalista freelance associato alla FLIP (Freelance International Press), collabora con diverse testate:
http://www.cultumedia.it http://www.ifatti.com http://www.ilcomunicare.it http://www.infocity.ithttp://www.zeusnews.it http://www.whipart.it