E’ per i ragazzini il carnevale.
Scorrazzano, saltellano, schizzano,
si spruzzano arcobaleni schiumosi
smangiucchiano frati, panini e pop corn
e nel lanciare coriandoli e stelle
affiancano i mondi immaginifici
dei loro giochi quotidiani a quelli
di chi, ed è tristezza, aspetta febbraio
per divertirsi tra la cartapesta.
Carnevale
04 lunedì Feb 2008
Posted Sandra Palombo
in
morenafanti ha detto:
In ogni allegria
c’è tristezza.
Abbiamo bisogno del nero per vedere il bianco.
Ma essere bambini è avere doppia possibilità.
Ecco perché è importante coltivare la nostra ‘anima bambina’ 😉
Pingback: Carnevale
marinaraccanelli ha detto:
eh, sì, dovrebbe proprio essere tutto dei bambini il Carnevale, senza le speculazioni turistiche economiche e gli ingorghi degli adulti qui a Venezia!
molto fresca e godibile la tua poesia:-)
marina
antonella ha detto:
io odio il carnevale e anche il mese di febbraio, sarà che sono adulta 😦
antonella ha detto:
anzi non lo odio, non lo considero proprio 🙂
marziaserra ha detto:
L’allegria dei bambini affianca la tristezza degli adulti a carnevale e non solo. Per questo i bambini sono la speranza del mondo!
Testo molto piacevole.
M.
Carla ha detto:
bella questa immagine gioiosa, dei ragazzini in festa, al carnevale, che affiancano mondi immaginifici…
🙂
Blumy ha detto:
si, il carnevale è proprio per i bambini.
i ‘grandi’ che si travestono li trovo patetici.
margheritagadenz ha detto:
nemmeno io amo il carnevale. non lo vedo neanche più. mangio solo i ‘crostoli’, perché ho un’amica che li fa buonissimi.
qui non ci sono nemmeno coriandoli. ne ho visti solo un paio in testa ad una signora. mi piace che ci si dimentichi di fare festa.
i bambini sanno travestirsi sempre. nei loro giochi oggi sono dame e cavalieri domani altri eroi che non conosco nemmeno. nuovi. i bambini sono pieni di fantasia. se li lasciamo fare per il loro ‘il carnevale’ ufficiale non è necessario che esista.
margherita
margheritarimi ha detto:
Oh ma che state dicendo Belle Donne…che cos’è tutta questa tristezza… vorrei vedere se vi invitassi ad un bel ballo in maschera al gioco del riconoscimento,con coriandoli e colori…
baci a tutti
margheritarimi
Francesca Pellegrino ha detto:
mio figli quest’anno è stato il cowboy di toy story 🙂
caruccio caruccio si 🙂
Antonio Fiori ha detto:
Nel carnevale della maggior parte di noi adulti c’è tutta la scomposta e patetica tensione di chi cerca di riconquistare la dimensione infantile della festa.
Poesia-omaggio a tutti i ragazzini, sempre così ‘naturali’ anche nella più improbabile delle maschere.
Bene così Sandra
Antonio
luciannaargentino ha detto:
E’ vero ” E’ per i ragazzini il carnevale”, anche se io non l’ho mai amato molto pure se mi sono mascherata anche da grande (anzi mi sono mascherata più da grande che da bambina trascinata dalle circostanze). Comunque stamattina accompagnando il mio Spiderman a scuola è stata una gioia vedere fatine, dame, cow boy, principesse, super eroi… E come dici tu Sandra o come leggo io un po’ di carnevale andrebbe portato nel cuore sempre e sempre indossando la nostra maschera migliore! Oppure nudi, completamente esposti, ma questo è quasi impossibile perchè evidentemente doloroso… Un abbraccio, Lucianna
Bianca Madeccia ha detto:
In generale sarei anche d’accordo, ma io quest’anno ho visto una cosa per me straordinaria.
Mia madre, donna di 70 anni, serissima e austera, che mai si è travestita nella sua vita, si è lasciata disegnare sul viso un paio di bei baffoni neri e si è messa un cappello e una maschera da Zorro.
E tutto solo per fare contenta la nipote di quattro anni che aveva la stessa ‘mise’ (ma si è divertita tantissimo anche lei).
Si sono anche fatte fotografare e mia madre ha voluto un ingrandimento di lei con i baffi neri e arricciati da mettere sul comodino tra i suoi ricordi più cari…
baci 🙂
sandrapalombo ha detto:
Vengo a salutare tutte/i coloro che hanno lasciato un loro pensiero. Non mi è mai piaciuto il Carnevale neppure da bambina. Lo sentivo come una forzatura. Perché ridere e giocare solo a Carnevale? Questo non esclude che ci possano essere situazioni in cui ci si può divertire travestendosi, ma è il “doverlo” fare e il “doversi” divertire a tutti i costi che vedo nella gran parte degli adulti nelle sfilate nostrane che mi trasmette tristezza.
Baci e abbracci
Sandra
roberto matarazzo ha detto:
bellissima..
violaamarelli ha detto:
Penso che ormai ogni “festa” canonica abbia in gran parte una dimensione e un significato solo per i bambini: la carica simbolica e collettiva che il calendario scandiva nelle culture sociali – dal Natale alla Pasqua al Carnevale – è andata dispersa da decenni e ritrovarne il senso diventa più difficile, eppure di cesure rituali abbiamo tutti sempre bisogno, un abbraccio Sandra, V.
marco ha detto:
Semplicemente vero, un mondo indossato quasi esclusivamente dai bambini…
maria gisella catuogno ha detto:
condivido, Sandra, c’è un che d’inquietante nel doversi divertire a comando!
Gisella
PS Il lavoro del vento è bellissimo!
PPS Per favore, dimmi se ricevi le mie mail indirizzate a VDBD, me le ritrovo nello spam….
lucetta ha detto:
Brava Sandra, una poesia breve e molto riuscita!
Anch’io non amo il carnevale, mi ha sempre messo addosso un malessere, una tristezza particolare forse perché ero una bambina sola che non portavano in mezzo agli altri bambini.L’ho subito come una forzatura, poi quando ne ho studiato la simbologia ecc. mi ha affascinato, mi è piaciuto tantissimo il suo messaggio eversivo, di irrisione e contestazione da parte di chi non ha il potere e incorona un asino o l’idiota del paese al posto del potente. Magnifico!
Ma mi c’è voluta la mediazione culturale. Ancora adesso, vedere bambini in costume, mi fa piombare nel malessere. Non riesco proprio a liberarmi di questa sensazione, troppo radicata.
lucetta (emersa dopo 10 giorni di black out di internet)
sandrapalombo ha detto:
Passo, anche se di corsa , a salutare le amiche e gli amici che hanno aggiunto un loro messaggio.
Viola c’è bisogno di ritrovare ritmi e dighe, ma il Carnevale proprio non mi va. Sarà perché il messaggio originario a cui accennava Lucetta è lontano ormai e noi abbiamo conosciuto di questa ricorrenza solo l’aspetto più superficiale. Basterebbe pensare alla Quaresima per viverlo più gioiosamente, ma anche quella l’ho conosciuta già “annacquata” 🙂
Grazie a tutte/i Sandra
draimondi ha detto:
Gia’. Un po’ come il capodanno, in fondo.
Bella riflessione, Sandra. Un caro saluto,
daniela