I
occhio chiuso accorda respiri
lo spostarsi di foglia
che non aspetti più
una fitta di lago bianco
le sue acque di veglia
occhio aperto assorbe
una pace oltre stelle
e senza gravità
una grata caduta all’indietro
dorsali spine orbite magnetiche
tratteggiano
nessuna altra distanza da patteggiare
avvampiamo
senza alfabeti senza traslochi
II
nell’occhio nella stanza
sotterranea melodia sconosciuta
delle dita
il dondolio bruciato
disfatto dei fianchi
cordoni di brezze lenti
tetti stesi d’ulivi
avvolgo in saliva di resina
la tua carezza
se baco di vena cava
piccoli fiori i miei piedi
bambini incuranti
III
non ha custodia la notte
intera in tondo la sua lingua
le sue palpebre di creta
soltanto difendo
perforo la tua crosta
di raffiche silenti le ciglia
la strada delle vene
velluto che ha delta latteo
una sola fune ci unisce
alla lama della terra
ci salviamo
se ha spiraglio la luce
slegando polsi e asole
indolenzita una bolla di sole
ci appanna
trattengo gli sparvieri in voliera.
gugl ha detto:
mi sembra i tuoi testi più belli che ho letto.
Se posso: l’insistenza sui comlementi di specificazione rende meccanici alcuni passaggi (mi riferisco ai vv. I poesia 2,4,5; II, 3,5,6,7,8,10 – ma al verso 3 è perfetto).
ciao!
gugl ha detto:
c’è qualche refuso 😦 mi “sembrano” e “complementi”
sandrapalombo ha detto:
Mi emozionano i tuoi versi che leggo come un animo in cammino. Sandra
maria pina ciancio ha detto:
Ci sono passaggi e intuizioni davvero efficaci e di affetto in questi tuoi testi. a me personalmente piace l’ultima, “la fune -una sola fune!- che ci unisce alla lama della terra”, “il sole che slega polsi e asole”, quel bisogno di trattenere “gli sparvieri in voliera” (dietro cui leggo la metafora della vita che irrimediabilmente, in pienezza, ci sfugge).
Ciao Erminia e un bacio
Mapi
Antonio Fiori ha detto:
E’ piuttosto raro trovarsi a condividere interamente un commento che precede. Ad Erminia Daeder dovrei ripetere infatti le stesse identiche parole usate da Maria Pina Ciancio.
Ma è proprio così.
Antonio
domaccia ha detto:
è un susseguirsi lento – e come strascinato in un’atmosfera sotto vuoto- di immagini e situazioni che portano alla chiusa in crescendo.
Molesini ha detto:
una bellezza scabra, austera.
E un ciao, Erminia D.!
erminiadaeder ha detto:
Grazie a voi, del vostro avvicinarvi e assaporare le mie sensazioni…
Caro Stefano, sono felice del tuo apprezzamento e delle tue osservazioni, per me sempre preziose, e l’enumerazione sì, hai ragione, passa un po’ insistentemente per le specificazioni…
Sandra, passarti la mia emozione mentre avanzo tra ombre e spiragli di luce, tra resistenze e abbandoni è per essenziale e fondante il senso della scrittura, grazie!
Maria Pina e Antonio, vi unisco nel mio saluto, nel mio percorso di pieni e vuoti notturni, un abbraccio…
Sì, Domaccia, qui sono in una compressione incombente, nel cui cerchio perfetto mi adagio senza rete…un caro saluto 🙂
erminiadaeder ha detto:
Ti leggo ora, Silvia, grazie, questi aggettivi mi sono, in effetti, molto cari, a presto!
newyorker ha detto:
niente male. Complimenti!!
ritabonomo ha detto:
Ciò che pervade questi versi e -una me incantata- è la dimensione estremamente sinestetica delle immagini, sì che paiono chiamate a danzare, grazie all’accurato e vivace accostamento, insieme ai sensi tutti:
nell’appallottolarli di carezze alla saliva e alle papille, come baco, ancora prima che nella vista che pure è vegliante lucida; sulla preziosità (ad esempio) di ciglia fruscianti di raffiche silenti, dell’udito, dunque, ancora prima che del tatto che pure è badante come sul velluto.
Unico senso non chiamato all’appello, almeno così a me pare, è l’odorato che si può catalogare come ‘non pervenuto. Ma può essere -anche- che tutto il resto che vien su così -esaustivamente- sia tanto intenso che io per prima lo abbia trascurato in luogo della seduzione degli altri quattro. 🙂
Anch’io ho apprezzato particolarmente la terza stanza ma questa strofa, della seconda, è incantevole
avvolgo in saliva di resina
la tua carezza
se baco di vena cava
piccoli fiori i miei piedi
bambini incuranti
ma, voglio aggiungere, tutte e tre contengono almeno una strofa che si fa ricordare.
Rr
gugl ha detto:
anch’io, se dovessi scegliere per un concorso, preferisco la terza.
ci vediamo a verona il 13, allora?
erminiadaeder ha detto:
Rita, così profondo il tuo sguardo, così risuonante la tua voce mentre leggi…è vero. è una notte senza odori 🙂 grazie di cuore per le tue bellissime parole, che mi arricchiscono di senso e riflessione…un bacio…
Stefano, certo che ci vediamo a Verona, non vedo l’ora 🙂
violaamarelli ha detto:
questa lunga notte di veglia o dormiveglia, sospesa e corporea, avvolge e molto, brava Erminia, Viola
ossodiseppia ha detto:
Newyorker, grazie del passaggio…
Viola un caro saluto, bisbigliato al margine notturno.
e.
Dear Tinto ha detto:
Leggiadra e scorrevole lettura…un piacere per gli occhi…Pace per la mente…ti leggerei ogni giorno se solo la mia attività mi lasciasse piu di un giorno nella stessa citta….
Tuo…Tinto