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“E’ mutevole- non ha quiete- è nulla- è leggero- è lontano” e poi “ferito- folgorato- prigioniero- distratto- straniero”. Verbi e aggettivi o sostantivi (perché no?)   che accompagnano tutto ciò che risplende. E potrebbe, tutto ciò che risplende, stare, nascosto dalla sua stessa lucentezza? e così ferire, folgorare, imprigionare, dividere (secondo l’etimologia di distratto), estraniare. Questo intanto per mescolare un po’ le cose, come si fa quando si passa la mano sulla propria immagine riflessa nell’acqua. Ma quando è un poeta a passare la mano sul volto della realtà, quella che vediamo ricomporsi sotto i nostri occhi è una realtà ulteriore in cui sentiamo “le cose cantare”, dentro una dolce amarezza, sul palmo di una quieta inquietudine.  (Lucianna Argentino)

 ROSSO D’ORIENTE

Tutto ciò che risplende è mutevole

come il rosso tenue d’Oriente

che gocciola nel mare già tetro

dietro quella imperturbabile nuvola.

Tutto ciò che risplende non ha quiete.

Tutto ciò che risplende è nulla,

come la stella che svanisce nell’alba,

il desiderio che si impenna ferito

e folgorato cade prigioniero

nell’abisso di un sospiro.

Tutto ciò che risplende è leggero,

come il tuo incedere distratto

tra la folla, con occhi da straniero,

che non appartiene a nessuno,

cui nessuno tende una mano.

Tutto ciò che risplende è lontano.