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L’antologia Storie d’aria, di terra, d’acqua e di fuoco, curata da Eleonora Chiavetta e Silvana Fernandez per la casa editrice Rubbettino è innanzitutto un’operazione editoriale interessante che raccoglie venticinque racconti ispirati ai quattro elementi fondamentali. Simboli che si richiamano a vicenda, pretendono ciascuno un proprio linguaggio per essere narrati, ma che si tramutano anche in pretesto che consente alle autrici di raccontare se stesse. Il progetto, come afferma una delle curatrici, trae origine dal “desiderio di unire le voci di scrittrici provenienti da diversi paesi spesso, anche in guerra tra loro.” Voci che per quanto dissimili, appaiono ad operazione ultimata, unificate dalla creatività e dalla ricerca di una comunicazione priva di aggressività e funzionale la trasmissione di ” un sentito messaggio di pace.”
All’interno di temi comuni, quali la famiglia d’origine, il passato individuale, il legame con la propria terra, le trame dei racconti riflettono le diverse culture e la specificità della condizione delle donne propria di ogni paese. E in questo equilibrio di somiglianze e differenze e nella dimensione di una scrittura femminile ricca e composita, impreziosita da richiami testuali ed inserti linguistici, si affermano le basi per un superamento delle barriere socio-politiche presenti nel mondo e di una risoluzione pacifica dei conflitti.
Tra le storie di fuoco, voglio soffermarmi su quella di Marinella Fiume, ” il racconto eroico di chi col fuoco lavora, vive ai margini del vulcano e quasi lo domina”. Il signore di fuoco è una giovane guida alpina che conduce “turisti e scienziati per gli impervi sentieri di una montagna sempre diversa”, ma il suo desiderio di conoscenza non si arresta sulla superficie, si spinge ancora oltre, in profondità, dentro una cavità viscerale in cui nessuno si sognerebbe mai di mettere piede. La discesa all’interno del cratere, quasi una discesa agli Inferi, avvenuta il 24 settembre 1974, ha nella sua grandiosità una connotazione mitica ed eroica. La troviamo nella volontà dell’uomo di sfidare i limiti imposti dalla natura, ma anche nella sacralità di una montagna la cui violazione assume nell’immaginario degli abitanti del luogo i caratteri di una profanazione.
Che cosa racchiude il vulcano nelle sue sotterranee caverne? I venti imprigionati da Eolo? La fucina di Vulcano che batte sull’ incudine provocando sinistri brontolii? O l’officina dei Ciclopi che forgiano i fulmini di Giove arrossandone la cima?
Un ambiente lunare viene offerto agli occhi del temerario esploratore che, ingabbiato in una tuta da astronauta, compie la sua passeggiata “in un paesaggio verdognolo e crepato d’ogni parte, tra le bianche fumarole, infossando nella cenere fino alle caviglie, verso la bocca che vomita fuoco e fiamme”. Alla mitologia classica se n’è sostituita una fantascientifica. Uno scenario che esclude la presenza dell’uomo. Nel personaggio ritratto dalla Fiume non avvertiamo però solo una sfida nei confronti degli elementi, percepiamo soprattutto il bisogno dell’uomo di mettere alla prova se stesso, Nell’esperienza della dimensione del fuoco si cela infatti la ricerca di un significato e di un’armonia superiori e la necessità di impadronirsi di quella energia vitale e potente di cui si sostanzia. Il fuoco come principio vitale, metafora della vita e dell’anima, soffio vitale.
Un racconto, questo, carico di forza, tensione ed emozione, che sembra mediare le sue caratteristiche dall’oggetto stesso della narrazione e che dunque si potrebbe definire a ragione scritto col fuoco. Così come con l’aria, l’acqua, la terra sembrano scritti gli altri racconti dell’antologia composti da autrici lontanissime tra loro geograficamente, ma accomunate dalla comune radice del genere e dalla comune volontà di distruggere barriere e costruire ponti.

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Beatrice Agnello, Laura Auteri, Eleonora Chiavetta, Anna Cottone, Silvana Fernandez, Marinella Fiume, Margherita Giacobino, Francesca Traìna, Delia Vaccarello, Sara Zanghì, Vanna Loiudice, Edvige Giunta, Wajiha al Huwayder, Erendiz Atasü,  Sawsan Bashier, Judith Chernaik, Judy Light Ayyildiz,  Asma Gherib, Susan Khawatmi, Karen King-Aribisala, Esti Lidar,  Mine Sevgi Özdamar, Haneen Omar, Laura Salmon, Gioia Timpanelli