Quando apparve su Liberazione un articolo di Balestrini relativo alla poesia e ai poeti di internet la polemica fu tanta, il 16 agosto del 2006 fu pubblicata questa bustina, sono passati quasi due anni e ancora se ne discute, fuffa, spazzatura, rifiuti urbani, monnezza, riciclo, eco, ecologia, coltivazione biologica, compost. Ne discutiamo anche noi di poesia e mondezza, anzi ci scriviamo versi, comincio io, chi ha voglia di continuare può mandare alla mail della redazione, se non è monnezza pubblichiamo, se la mia è monnezza ditelo pure, la butto nella compostiera, ne farò concime per le prossime.
Non vi partecipo il mio dolore
e non vi invito a leccare il mio sale
lo spartisco con chi mi aggrada
invito io i miei commensali
che dolore fa rima con amore
lo sanno bene i poeti internettiani
che vi sembrano scemi e non lo sono
almeno non più di voi
che imbrattate carte seppur ecologiche e riciclate
ho detto al mio edicolante di conservarmi poesia
esce ogni mese ma spreco soldi e tempo
a leggere triturazione di sillabe
preferisco coltivare pomodori nel balcone ed erbe officinali
fertilizzate con composta fatta in casa
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LA BUSTINA DI MINERVA Dove mandare i poeti? di Umberto Eco
Sul ‘Corriere della Sera’ di sabato scorso è stata aperta una polemica, estiva solo in apparenza. Tutto nasce da una intervista di Nanni Balestrini su ‘Liberazione’ dove il nostro, incapace di evitare provocazioni anche in età sinodale, lamentando che l’editoria abbia smesso di pubblicare poesia, dice che per fortuna c’è Internet che permette di far circolare le poesie di tutti. Ovviamente Balestrini pensa sia ai siti che antologizzano poeti noti che a quelli che ospitano gli esordienti, e ammette che è difficile orientarsi in mezzo a tanta abbondanza, ma segnala alcuni indirizzi affidabili.
Interrogati altri poeti e critici, ne sono venute fuori tre obiezioni principali. La prima (e mi pare sia giusta) che, anche se alcune collane di poesia sono state chiuse, non è vero che gli editori hanno smesso di pubblicare poesia e alcuni tra i poeti più noti (dico contemporanei, non classici) vendono anche 10 mila copie. La seconda (anch’essa giustissima) è che per i poeti giovani che vogliono farsi conoscere ci sono altri canali alternativi come riviste, festival e letture pubbliche. La terza è che, come ha detto un poeta laureato, “se vai su Internet a cercare la poesia, trovi tanto materiale inerte, esternazioni emozionali da scemi del villaggio; i blog sono fatti per lo più da esibizionisti. Si trova la fuffa peggiore, senza un orientamento”. (CUT)
Paola renzetti ha detto:
Credo che questo intervento molto ironico e frizzante (bella anche la poesia!) sia proprio quello che ci vuole per farci sorridere un po’ e riflettere ancora.
Grazie e un caro saluto
giulia ha detto:
sul materiale inerte – o meglio – sull’inerzia del materiale, non credo abbia molto torto.
credo occorra una migliore conoscenza delle potenzialità del mezzo (per quel che riguarda il web, le nostre capacità sono paragonabili all’età della pietra) e, per quanto si possa presentare come strada alternativa alla ormai fiacca e abbondantemente commercializzata attività editoriale, la ‘scrittura virtuale’ presenta ancora molte velleità tipiche della carta stampata.
mio parere.
saluti, giulia
rose ha detto:
Monnezza?
Il sole fa capolino a Napoli
fra sacchetti di sentimenti a perdere
buone intenzioni ammucchiate sui marciapiedi
amori rubati e delusioni a macerare
tutto riciclabile -volendo-
basta differenziare
come -dicono- si faccia altrove
Sull’altro argomento, se lo scrivere pessima poesia (come questa mia che ho buttato giù in due minuti, così, sull’onda dell’ispirazione mondezzara) servisse a salvare un solo ragazzo, dalla droga, dalla frustrazione, dalle crisi adolescenziali, ecc., tutti i siti letterari per aspiranti poeti e scrittori sarebbero da considerare una benedizione. Inoltre, anche per i meno giovani, la scrittura ha sempre e comunque una funzione liberatoria e, in qualche modo, curativa. Magari, soffre un po’ chi legge quegli scritti, ma basta andare oltre, in fondo, no?
marinaraccanelli ha detto:
ricordo bene la polemica che coinvolse Eco e Balestrini, l’argomento è più che mai attuale ora che la monnezza è diventata – ahimè – di moda…
chissà che la tua provocazione in versi (ironici e spigliati) dia frutti!
oggi dobbiamo tutti imparare a “smaltire” i nostri rifiuti, e questo è valido in tutti i campi: rifiuti solidi, psicologici, verbali, letterari, poetici…solo ad avvenuto smaltimento, potremo cominciare una nuova vita – materiale, spirituale, poetica, ecc
ciao
marina
sandrapalombo ha detto:
Il problema non è internet o carta, ma quello di trovare siti e riviste ed anche concorsi diretti da persone competenti.
Quanto dice Rose è giusto però esula da questo contesto, tutto ciò che può salvare i giovani ben venga, però qui si tratta di discernere puri sfoghi emozionali da testi poetici.
Sarebbe interessante creare una agenda di siti e rivisti e concorsi affidabili, fare cioé l’inverso: dare un giudizio noi
che si scrive sulle varie realtà letterarie che si occupano di poesia.
Sandra
donatellarighi ha detto:
E in edicola o in libreria non si trova di tutto? La monnezza c’è anche lì, eccome!
Come sempre, è sulla capacità di giudizio di ognuno che si fonda un uso conveniente del mezzo, selezionando ciò che è più confacente a noi per qualità e gusto.
Dunque nei siti di poesia può circolare sì monnezza, ma vengono anche offerti stimoli, assaggi, che possono destare curiosità e interesse. Il passaggio successivo è la soddisfazione di questi con il cartaceo, il libro, nelle tue mani, da toccare e annusare, oltre che da leggere.
Quindi semmai la Rete può incentivare il consumo di prodotti editoriali di poesia.
domaccia ha detto:
Certo è che antonella riesce a “trarre” qualcosa da qualsiasi materiale o input o argomento con cui volutamente o meno viene a contatto, e questa capacità non è da tutti, ma certo è presente in chi sa che anche ciò che apparentemente è giudicato superficiale, non esattamente poetico o degno di scrittura secondo i canoni prescritti può in realtà acquistare una piena dignità espressiva….insomma nel processo creativo sarebbe meglio non gettare via niente, ma riciclare tutto, dandogli magari forma più compiuta e ricca..:-)
fernirosso ha detto:
Mia nonna coltivava viole e basilico
accudiva i polli e i vitelli nella stalla
parlava con l’asino che scappava
scalciando e trascurando
tutti quelli che volevano acchiapparlo.
Lei lo chiamava, lo chiamava col suo nome
quello che ormai riconosceva al primo fiato.
Ogni volta dopo il viaggio dal campo o al campo santo
lei lo ringraziava staccandogli il carretto dalla schiena.
Non spendeva parole mia nonna
le sue sillabe erano semi da spargere nell’orto
il latte il pane la farina il burro ricotta e
conserva ogni giorno da curare
da governare tutto il regno di dio e tutto dentro una mano
vecchissima e leggera. Non c’era cosa che lei non amasse
non rispettasse: una gemma di filo, un tutolo di frumento
un legnetto, un rocchetto, una tazza sbeccata
un bottone in madreperla e quell’altro fatto a fiocco di metallo.
Li conservo in una scatola di latta con il proposito
fermo e sicuro di donarli a mia figlia: il nostro piccolo tesoro.
E la monnezza: era un reame dove d’inverno prendevano vita i pomi: d’oro, lucenti del sangue di mia nonna
che intanto invecchiava: si facevano muffe i suoi capelli
muschi le mani incolte eppure
non c’è cosa che dentro la mia bocca
non sia intera la sua lingua.
Spero con queste righe,di aver fatto intendere come non ci sia nulla da buttare,nulla,nemmeno
una carta sporca
un-tu-osa
un sole
di pomo d’oro.
Grazie per le riflessioni e i raggi fin qui inviati ri-velano ciò che sempre è ricchezza,almeno questo penso e sento.ferni
maria pina ciancio ha detto:
Lodevole e brillante anche questa iniziativa… complimenti ad Antonella
Mapi 🙂
fioriantonio ha detto:
Care amiche e cari amici.
che la rete possa disorientare per la mole e la confusione delle informazioni lo sanno per primi coloro che la frequentano e la animano. Ma credo che debba considerarsi uno dei mezzi di divulgazione del proprio pensiero, anche poetico. Certo è che se qualche giovane ricercatore universitario (di Letteratura contemporanea o di Sociologia della letteratura) provasse a passare al setaccio i blog e i siti letterari, per censirli e recensirli, farebbe davvero un bel servizio alla comunità e alla ‘raccolta differenziata’ della c.d. monnezza
🙂
Antonio
fioriantonio ha detto:
Postilla:
ricordo che proprio in questo blog sono intervenuti due docenti universitari, curatori dell’Einaudi, per complimentarsi con un nostro post
C’è di che esserne orgogliosi, come sottolineò Antonella a suo tempo (novembre 2007)
A.
fernirosso ha detto:
a scuola,praticamente tutti i giorni,un mio amico e collega di discipline plastiche (scultura),ma anche altri,io stessa,andiamo a raccogliere tutto ciò che “il mondo”,butta. Lui, il mondo, si vuole mondare, ri-pulire sterilizzare.Eppure l’arte vive di batteri,vive di muffe, di scarto,di roba buttata,calpestata,tra-dita,beffeggiata.Le res-pira ad-d’osso il sacro fuoco della passione e:nasce l’o-pera,qualcosa che gli altri am-mirano,per cui spasimano e pagano cifre fuori di testa.La cosa! Serve la cosa di cui farsi servo:la si porta dentro in casa o dentro un bunker dove nessuno la vede,un deposito cauzionale contro la propria miseria di godere l’opera totale della vita.
Blumy ha detto:
be’, Fabrizio De Andrè, che aveva letto Rubén Darìo (e non solo) , scriveva: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
tempo fa, proprio su Internet, ricordo di aver visto una fotografia della ‘monnezza’ che mi dispiace non aver coservato, perchè era una foto da premio, giuro ! tutto risplendeva come se, in mezzo ai rifiuti, il sole avesse messo su casa.
rose ha detto:
EPPURE … Non si potrebbe insegnare a comporre poesie, come, da sempre, si insegnano tutte le arti? I “grandi” di un tempo non erano andati “a bottega” per imparare le tecniche, finchè, dopo aver imaparato ed imitato il maestro, non lo superavano, sviluppando uno stile proprio, inconfondibile? La sensibilità di ferni, non viene forse da tanti semìni, piantati da qualcuno e anche dall’esempio della nonna, da quelle piccole azioni quotidiane che erano lezioni di vita e addestramento all’arte?
Ricordo l’iniziativa di alcune maestre di una scuola elementare che avevano stimolato i bimbi a scrivere poesie, raccolte, a fine anno, in una bel quadernone ciclostilato.
Ricordo una classe di bimbi piccolissimi, seduti davanti ad un quadro di Van Gogh (credo fosse la National Gallery a Londra), con la maestra che faceva loro domande sulle proprie sensazioni, davanti al quadro.
Non credo che uno si svegli poeta un bel mattino. Di sicuro ha seguito un percorso, di studio e di esercizio, che gli ha permesso di imparare a distillare gli “sfoghi emozionali”.
In questo senso ed in mancanza di altre forme di addestramento, trovo che alcuni siti letterari possano essere una bella palestra per chi desidera migliorarsi e non è lì solo per raccogliere lodi e lusinghe.
Quanto al non gettare nulla, come dice ferni, c’era un “operatore ecologico” molto scrupoloso che metteva da parte le cose che sapeva potevano tornare utili a qualcuno. Sapendo che dò lezioni d’Inglese, un giorno, incontrandomi disse: “Guardi che mi sono arrivati scatoloni pieni di libri in inglese nuovi … Se vuole venire a prenderseli?”
“Ma certo, grazie -risposi- dove devo venire?”
“In discarica! dove se no?” concluse lui.
gugl ha detto:
che cosa accada nei blog di poesie l’ho suggerito nel post del 24 giugno 2007
http://golfedombre.blogspot.com/search?q=canone+blog (si leggano anche i commenti, alcuni)
e ne ho parlato più in dettaglio nell’ultimo numero de “La Clessidra”.
i nomi sono tanti, ci sono stelle e lampioni, palloncini gonfiati, umili artigiani, nevrotici, depressi: c’è il mondo.
Josè Grilli ha detto:
Cara Antonella
è molto importante ciò che tu hai proposto oggi.
Io posso dirti che è da poco tempo che conosco
i blog di poesia e con il vostro io mi sento praticamente
nel mio studio a scrivere versi sui fogli bianchi sparsi
ovunque.
Non ho nessuna dimestichezza con altri blog
imparerò! Per ora voi siete il mio modo più semplice
per comunicare poesia.
Poi se si tratta di mondezza… fatemelo sapere!!!
roberto matarazzo ha detto:
nei blog si trova di tutto..ma è come nella vita..
ferrannam ha detto:
un’idea formidabile da prendere al volo, la tua, Antonio!. davvero se ne potrebbe fare una tesi da dottorato o di laurea.
non ci resta che confidare in qualche giovane appassionato/a, dunque. E potrebbero essere gli stessi lettori di poesia in rete a votare i top ten tra siti e blog di poesia…
coraggio!!!
annamaria
fioriantonio ha detto:
Invito chi non l’ha ancora fatto, a leggere il post di Stefano Guglielmin, linkato sopra al commento 15. Lo conoscevo già, così come il lavoro egregio da lui condotto per Tellusfolio di recensione di blog letterari. E’ proprio il tipo di mappatura che intendevo. E va coltivato, aggiornato e pubblicizzato.
Antonio
Bianca Madeccia ha detto:
L’intelligente e ‘onesto’ Eco, come al solito, non le manda a dire. Sono d’accordo con lui. In tutto.
Cari saluti
Bianca
lucetta ha detto:
Riusciranno i poeti- o quelli che pensano in modo divergente o semplicemente in modo più profondo- a trasmutare la plumbea monnezza in….ORO?
Tutto possiamo trasformare, se lo vogliamo! La Metamorfosi è la vita e tutto può essere occasione di trasformazione.
Anche se tra dire e il fare c’è di mezzo il mare. Cominciamo a costruirci una piccola barchetta e affrontare le onde una per volta…
lucetta
maricagiusti ha detto:
Poesia o monnezza? Post molto interessante soprattutto considerato il calderone di blog e siti che spuntano fuori come funghi. Il problema è l’intenzione con la quale si fanno certe cose. Il perchè ci si muove rispetto a certe iniziative. C’è chi lo fa per mettersi in discussione e per comunicare con altri. E c’è chi lo fa per accogliere solo consensi e incensarsi. Qui credo che ci siano un sacco di porticine aperte verso la poesia e la cultura letteraria. La monnezza vera è quella proposta da chi, con una firma altisonante, può dire tutte le banalità del mondo. Trite ritrite. Tanto è strapagato per farlo.
Un caro saluto a tutti,
Marica Giusti.
alessandrapigliaru ha detto:
Un’interessante iniziativa che credo susciterà dibattito interessante attorno al tema. Necessaria nello “sviluppo sostenibile” del web 😉
Brava Antonella.
margheritarimi ha detto:
Non ho capito bene questa diatriba tra i “due” forse perché penso che web e carta siano una opportunità per la poesia.Qualcuno ha già detto bisogna discernere selezionare cercandola…
E poi è sempre lei che ci indovina.
grazie Antonella di questa originalissimo modo di presentare la questione.
margheritarimi
antonella ha detto:
ma quando mandate le poesie sulla monnezza? 🙂 non vi ispira il tema?
fernirosso ha detto:
ma ne vuoi ancora un’altra? Da qualche parte ne devo avere una su un bambino che è stato scaricato in discarica e vive là,tra ltte scadute,ti può andare bene? Sempre se la trovo?Ma mi pareva che quella che ho mandato in risposta alla tua fosse utilizzabile,o no? Ciao superwoman.fernibassotta.
fernirosso ha detto:
questa è un’altra e la lascio qui,tra le altre cose,come si usa con ciò che poi si smarrisce per strada,si perde.
Ho fatto quartiere dietro lo scoglio
Ho fatto quartiere nelle periferie inurbate del cuore
Prima delle campagne
nei polmoni dove i vasi sanguinano di più e l’ossigeno è rarefatto
In/tanto s/carico veleni.
Le grandi arterie s’innestano agli scoli
Rigagnoli che si perdono alla vista
inquinati dalle scorie di alfabeti inutili
il digerente spacca e disaggrega
aggredisce con l’acido nel buio senza coscienza.
Masticatoi: ganasce affamate e primitive.
Nascosta in una canna la semenza del fuoco mi brucia
respiro pensieri
enzimi indifferenza odio sesso e affidabilità.
Brucia zavorra e spinge dentro altri territori
Forse il recupero di quelle vaste aree slaverebbe me da quello
schifo: perdite d’odio: cataclismi della cloaca digerente
dove tutto si sfa.
s.aderno ha detto:
non rinuncerò
al profumo delle donne in primavera
dovessi
pettinare i fili d’erba,
spolverare la terra,
trattenere in bocca un sorso s’acqua
non mi svuoterò le tasche di un problema
perché ciò che mi passa dagli occhi
mi finisce nelle vene, esattamente
come i rifiuti ci avvelenano
antonella ha detto:
aderno, è bella, la pubblicheremo presto, grazie 🙂 a.
guimm ha detto:
La vera monnezza è nella casta dei poeti di stato. A Modena uno dei poeti ritenuto tra quelli che dovrebbero fare scuola l’ho sentito una sera. Si fanno desiderare. Arrivano tardi. Se ascolti le loro poesie c’è da piangere. Poeti di Stato, anzi dei partiti. gente riciclata dal vecchio P.S.I. o estrema sinistra che, invitati dappertutto, con ricchi compensi si sono solo fatti un nome. Quelli di destra hanno i loro Questi li trovo sui giornali a sbrodolare. Versi senza senso, vuoti come il loro cuore. Spesso quelli in gamba sono sconosciuti perchè sono prima “Persone serie con tanto di DIGNITA’. magari divulgano la poesia nei circoli, nelle piazze e nelle chiese. Senza alcun cimpenso. Solo per il piacere di farlo Che non si vendono per una cattedra universitaria. come i poeti di stato. Palloni gonfiati propagandati E’ una vergogna. Quelli che trovi in internet non sono tutti uguali. non è monnezza. Esprimere i propri sentimenti, in qualsiasi modo è sempre bello.
fernirosso ha detto:
EVVIVA!EVVIVA! E’ VIVA!
Grazie s punto aderno.
E’ DAVVERO MOLTO MOLTO MOLTO BELLA.
Grazie,ferni.
s.aderno ha detto:
grazie a Voi..è un piacere collaborare..a presto
Sebastiano Adernò
fernirosso ha detto:
e ora porto queste voci,in cui poesia sta seduta come nell’ultima cena, pronta a continuare a morire, ma risponde tono su tono,spina per spina, da dentro un corpo martoriato, alla morte che ha davanti:un altro uomo che ha dimenticato di essere uomo e si crede un dio in un io.
Oscar White e Dj Enzo-AnnoZero [Parte 2]
C’è anche la prima parte,per chi interessa, perchè scopre verità dolentissime di un flagello che la gente sopporta senza stare in prima pagina,senza avere medaglie,senza essere fatto beato o senza essere santificato.I martiri ci sono ancora oggi,mangiati dalle belve del colosseo,che continua a tenere il pollice riverso in basso, durante lo spettacolo delle fiere.