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bellezza disadorna, fati inflessibili, panico del sangue, Poesia, poesie, purpureo autunno, segnalazione, Villa Dominica Balbinot
Una diafana luce,
vi era,
verdissima oltre il vetro
i prati tremavano più lontano
in una incerta luce meridiana,
il cielo era velato
cinerino
come esalato da un lago profondo…
Il panico del sangue l’aveva sorpresa
lei invasa da quella imperturbata luce,
pensò che qualcosa
di enorme, di cospicuo
stava per morire:
i fati erano inflessibili
(e la sua tristezza selvaggia)
tutto era chiaramente ineluttabile..
Nella brezza che sempre soffiava
la valle era angusta,
arsi tutti i prati
– dal riverbero di nevi perenni –
e c’era qualcosa di efferato
nel purpureo autunno.
Essi si affiggevano lo stesso
in un altro vuoto,
– nelle incavature più piccole-
scoprivano
l’esiguo apparato
fino al limite intatto,
partecipi di quella bellezza disadorna.
VILLA DOMINICA BALBINOT
18 settembre 2013
mi piace davvero molto questa nuova e sobria icasticità.
Complimenti,cara Dominica, e un abbraccio
lucetta
…(e la sua tristezza selvaggia)…, forse qui una (im)possibile chiave percettiva di lirica scritta con passione?
L’ha ribloggato su mioblogdeibloge ha commentato:
tra le mie preferite di Dominica!
carissima Lucetta sono contenta del tuo motivato apprezzamento( “icastico ” mi piace molto) grazie per la tua attenzione e per i complimenti
( e un carissimo affettuoso saluto!)
trovo una cosa bella nel fatto che tu, caro Roberto accenni a una possibile traccia
di una qualche passione: veramente non è la prima volta che usi questo termine
per i miei testi grazie a te per questo ehh
Un’atmosfera che riconosco, era pressappoco così che mi sentivo mentre scrivevo il mio racconto “Il pattinatore del Sund”. Per qualche misteriosa ragione i tuoi versi e le mie storie si sono incrociati e accavallati. Una delle tue più belle Dominique. Un saluto caro
un ringraziamento “raddoppiato” alla carissima Marina, che – oltre ad apprezzarmi, lo dimostra concretamente decidendo di “ribloggarmi” :-)))
A te il mio affettuosissimo – e grato- saluto
sono grata di tutti i vostri apprezzamenti: giolic, Alleluhia/Titti Ferrando, Antonio De Simone, Lucetta Frisa, tramedipensieri, smoothsolidade, cristina bove, fattorina1, tiziana tuis, Federica Galetto, Doris Emilia Bragagnini
un caro saluto a ognuno di voi
alla sempre generosa e profonda Federica Galetto dico. sono contenta che possa esserci una qualche forma di consonanza, di immedesimazione in determinate situazioni /atmosfere/ visioni
un caro saluto a te, grazie per la tua acuta costante attenzione
a presto, ehh :-))
La vita si impone anche quando si vorrebe restare soltanto ad osservarla; l’atto stesso ci fa entrare nella vita e così Dominica non può evitare di trattenere il fulgore del suo sguardo al di qua del vetro. Il verde diventa verdissimo. E’ la vita che urla la sua presenza e la sussurra dagli interstizi ali raggi arrossati. Vivi. Solo ciò che è morto tace. Ci parla dentro.
Narda
hai saputo, carissima Narda, rendere il tuo commento un vero pensiero poetico, non è da tutti, credo :-)grazie molte
(solo una mia personale osservazione; non è poi vero del tutto che”solo ciò che è morto tace”
a ben vedere molto spesso ciò che è definibile come “morto” parla eccome se parla)
ti mando un caldo abbraccio affettuoso, speciale
dominica
No, hai ragione , spesso ciò che è morto urla, ma c’è una morte silenziosa, bruta , che annienta. E’ l’aspetto brutale dellamorte, è la conclusione di una vita nulla.
Narda
vedo che hai fatto una interessant e ulteriore puntualizzazione cara Narda hai anche tu ragione certo che questo argomento è pressochè tendente all’infinito :- )
ciao grazie(come sempre