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astrazione, cupa rettitudine, declive parti, Poesia, poesie, terribile innocenza, varie, Villa Dominica Balbinot
“Ecco il fiume di parole
di tempo di sangue
quelle visioni,
gli angeli e la città di ghiaccio
– oscuri nello splendore…”
Nei grandi inghiottitoi
il popolo degli abissi
non osava emettere le meditazioni vaste e ingrate,
le figure verbali di un enunciato vuoto
( oh, la astrazione magnifica!).
Al fondo dei giardini stretti
– tra i fanatici dell’apocalisse-
ricreava lei un sè stesso ipostatizzato,
di terribile innocenza,
di estatico sguardo ai luoghi alti e remoti.
Vi erano solo le morti torri,
una gioia crudele,
quelle declive parti con le disgiunzioni tutte:
nella cupa rettitudine la penitenziale pratica,
la dendritica derivazione
( e la Incisura ,la elementare verità nuda).
VILLA DOMINICA BALBINOT
uno dei tuoi testi più significativi e coerenti, che mette in scena il tuo livido immaginario in versi lenti, costruiti con determinazione cupa, eppure scorrevoli come fotogrammi di un metaforico fantasy
marina
Mi ha sempre affascinato, lo sai, il tuo lessico e la tua attenzione (direi fascinazione) ai suoni che “scuotono e restano”. Brava!
Gisella
Dimenticavo, Dominica, di dirti che certo tuo lessico poetico mi ricorda Zanzotto. Sono fuori strada?!
G.
“livido immaginario in versi lenti, costruiti con determinazione cupa”: lo sai, cara marina, che hai plasmato al meglio un concetto del tutto riferibile al mio dire e alla modalità con cui cerco di dirlo?:-)) e già questo basterebbe, addirittura poi- in riferimento allo sviluppo delle immagini trovi una fluidità comparabile a”fotogrammi di un metaforico fantasy”: quindi pensi che il tutto possa essere letto anche con mezzi “moderni”, diciamo!:-))
grazie a te per questa generosità su vari piani
ciao, un caro saluto
dominica
L’affermazione che tu mi fai, cara Gisella, di “affascinare attraverso parole e anche suoni” è una considerazione che considero molto importante, essenziale direi,è come se tu mi dicessi che le mie sono effettivamente “poesie”!! quindi regalo migliore non potevi farlo!
Quanto poi al fatto che ti è in qualche modo venuto in mente il grandissimo Zanzotto(!!) innanzitutto mi fai con questo accostamento un onore superiore alle mie forze, però nel contempo mi viene da risponderti che in alcuni ambiti – tipo la ricerca lessicale, l’uso di un linguaggio anche tecnicale o appartenente a linguaggi non strettamente letterari, per riuscire a raggingere in qualche modo la complessità sottostante- forse forse il tuo accostamento potrebbe non essere considerato del tutto fuori contesto, diciamo!!:-))( e comunque ti ringrazio ugualmente per averci minimamente “pensato”)
ciao, un caro saluto, e nuovamente grazie
Come a tutti i poeti la visione che proponi,livida e incoerente, è costruita su un raffinato accostamento di parole di producono una molteplicità di significati, sempre restando nell’ambito del dicibile e del fruibile. E porti alla luce scienza e coscienza , dolore e stupore.
Resto incantata.
forte, incisiva, ti resta dentro con lo scandire delle sillabe.
è poesia di da leggere più volte per trarne ogni possibile significato.
mi piace molto il commento di Marina, lo condivido appieno.
E io, diciamo così cara Antonella Brighi, rimango “colpita ” da:”E porti alla luce scienza e coscienza, dolore e stupore…”
grazie molto per esserti soffermata, un caro saluto a te
alla cara e attenta Cristina, un grazie per avervi trovato” forza e incisività”: non mi dispiace affatto questa annotazione:-))
come hai visto, concordo- come te- con l’acutezza delle osservazioni di Marina!!
ciao, un caro saluto
Ambientazione (astrazione) gotica di un futuro prossimo. Ho molto, molto amato Blade Runner e in questo tuo testo vi trovo un concentrato altissimo della stessa identica, cupa, straziante, tragica poesia (complimenti).
Doris
Posso fare una cosa un po’fuori dall’ordinario, carissima Doris, rispetto al tuo commento?Tenermi- e portarmi dietro, magari riscritto su un foglietto- ciò che generosamente mi dici? sì, penso che farò proprio così:-)) grazie tante.. e un caro saluto a te, ciao
le morte torri dagli abissi svettano verso l’alto , “l’altro” mondo ? Tutto è fagocitato dagli inghiottitoi ? E l’innocenza e l’estatico sguardo ai luoghi alti sono un addio o una speranza?
Non mi aspetto risposte , cara ( e brava Dominica); ho semplicemente scritto le riflessioni scaturite dalla lettura di questa tua poesia.
Sara
carissima Sara:-)), mi “piacciono” le tue riflessioni, anche perchè anche io non aspetto risposte, o per meglio dire io andrei pure alla ricerca di stabili risposte, ma ormai sono giunta alla conclusione che esistono solo le domande, e questo rende le mie tematiche sempre ritornanti su se stesse, come certo tu che mi leggi avrai intuito( fin troppo ritornanti, anche:-((
ti ringrazio tanto per le tue osservazioni ( e possibili evocazioni:-))
ciao, un caro saluto!