di Monica Maggi
“Mi scusi, dove trovo lo scaffale della poesia?” “Giù in fondo, a destra” Il giù in fondo a destra significava quasi vicino all’uscita di sicurezza, il che significava quasi alla fine della libreria. E poco importava che fosse Feltrinelli, Mondadori o altro. La poesia era esiliata, relegata, all’angolo e pure zippata. Due scaffali o poco più. “Mi scusi, ma perchè così poca poesia?” “Perchè non si vende, non piace, non la capiscono” Mah, pensavo tra me e me uscendo, a me sembra più incomprensibile una formula matematica…. Così succedeva sempre, perchè da sempre ho letto e cercato poesia. Così poi sono andata a cercare libri di poesia tra l’usato, e ho tirato il fiato per un po’. Ma anche lì poco, trovavo sempre poco. E mi rammaricavo: possibile che il mondo fosse così aspro e dal cuore rancido, da non amare la poesia? La poesia non si deve capire, perchè non è una formula algebrica o una ricetta di cucina. Va ascoltata di pancia, va letta e riletta perchè ogni volta cambia colore e luce, come uno specchio d’acqua. E’ mobile e diafana eppure ha sovvertito regole e ribaltato dittature. La prova del contrario l’ho avuta anni fa, in un locale a Roma, difficile da raggiungere e pure senza parcheggio: a leggere poesia io, ad ascoltare col fiato sospeso decine di persone. Allora (mi sono detta) c’è un nodo misterioso che impedisce alla poesia di arrivare tra le mani del lettore, e a farlo innamorare per sempre. Chissà cosa e chi e perchè si lavora su quel nodo fino a farlo diventare vuoto, assenza, mancanza di poesia. E così adesso sto lavorando per sciogliere il nodo, che ho capito quale fosse e sia. E’ la distribuzione. E’ il monopolio schiacciante e perverso delle grandi case editrici e delle lobby editoriali. E’ il sonare della moneta nella cassa delle grandi librerie dal nome altisonante. Le piccole case editrici non spingono la poesia, non la affidano ai distributori perchè i loro servizi costano troppo: quanto conviene dissanguarsi tanto per avere poche decine di copie vendute? Ma anche le medie case editrici (e sicuramente meno le grandi) la pensano allo stesso modo: a che pro pagare tanto per vendere poco? tanto la gente (ecco il perverso ragionamento) non legge poesia, non la ama, preferisce i romanzoni, i nomi altisonanti, i best seller. Sbagliato, questo pensiero sulla poesia è un frutto sbagliato e distorto. Sbagliato e pure malvagio questo pensiero, perchè senza poesia si spengono i colori dell’intelletto e il potere della fantasia. Stiamo lavorando per questo, Viviana ed io e la Libra che fa girare quest’energia intorno a noi. Stiamo lavorando per superare d’un balzo ogni ostacolo e pregiudizio. Perchè la poesia sia il più grande scaffale e la migliore possibilità per chi la scrive e per chi se ne voglia finalmente innamorare. Stiamo lavorando per costruire la prima libreria specializzata in poesia, e perdipiù in provincia. Viviana ha mandato decine e decine di mail a case editrici note, di gran richiamo o semplicemente impegnate nella poesia. Ha parlato di Libra, di come è nata, di cosa stiamo facendo, della grande spinta propulsiva che ci da’ forza e gente ogni giorno, di questo progetto di ibridazione che vede la scrittura insieme ai manga, le gonne indiane insieme alle tisane, la musica celtica insieme alle conferenze sullo yoga. E su tutto un grande tetto che è quello della poesia. E gli editori hanno detto va bene, siamo onorati, aderiamo, spediamo, inviamo, facciamo tutti insieme… L’insegna sulla casa di Libra sarà PoEtica, perchè è solo con l’anarchia della poesia che si può capovolgere l’ignoranza.
Mi si apre il cuore a leggere queste cose…
Grazie per questa grandiosa idea.! Mi terrò informata e spero di venire presto a vedere questo luogo meraviglioso. Ciao
Grandiose! Noi ci crediamo, noi lo sappiamo perchè ce l’abbiamo dentro, perchè scorre dentro il nostro sangue. E, purtroppo, è vera, verissima la prima parte del discorso: siamo in pochi, la maggior parte preferisce i romanzoni, magari quelli in serie, quelli di Ken Follett o di Camilleri (che, pure, dicono scriva bene) o, addirittura, i libri di Amici (sob), scritti a quattro mani (o a quattro piedi?).
Nelle librerie non portano libri di poesia, ne portano pochi, e sempre quelli. La poesia non è capìta, è un linguaggio d’altri mondi, è per gente depressa e senza senso pratico.
Non è quello che penso io, naturalmente. Io sono con voi. E spero che le librerie che vi hanno detto di sì non si tirino indietro e non si rimangino le promesse fatte, perchè qui si tratta di un grande Sogno, che è quello che ci fa vivere, che dà linfa anche a chi di poesia dice di non capirne niente.
il vostro entusiasmo mi sembra di tipo contagioso, quindi penso che il progetto andrà avanti con successo!
mille auguri da parte mia
marina
grazie a voi, grazie a Viviana che mi regala questo spazio
ribadisco che il Grande Sogno c’è, tutto, e ogni persona che mette il primo passo dentro Libra e sa di PoEtica acconsente e conferma: ci sta, ci stiamo, ci siamo tutti.
… proprio pochi non siamo Blumy! Grazie davvero a tutti. Monica ed io siamo lavorando per organizzare un’inaugurazione (sabato 24 settembre) che sia significativa delle nostre intenzioni e un calendario mensile di eventi, incontri, arrivi che dimostri di fatto che il punto è “soltanto” fare poesia insieme.
v
Di poesia se ne vende poca, è vero. Forse viene sempre associata alle rime mandate a memoria ai tempi della scuola e per questo si rifugge. Ma forse è anche un bene: per adesso i calciatori, le veline, le mezze star, presidenti ed ex di qualsiasi cosa si sono impegnati nella prosa, lasciando immacolata la poesia.
Oddio…ora che ci penso…c’era un venerabile che si dilettava con i versi e anche un ex ministro della cultura. Poca roba insomma.
Io invece la leggo la poesia. i romanzoni non hanno mai fatto per me. Un tempo leggevo solo filosofia e solo ogni tanto qualche romanzo: quelli di Kafka e Orwell secondo me gli unici che meritano di essere letti davvero. Ma leggere solo filosofia cominciava a diventare una cosa troppo lunga per me e così dopo aver letto le poesie di Quasimodo, a parte qualche saggio di attulaità e qualche fumetto della Becco Giallo, ho cominciato a leggere soprattutto poesia: Ungaretti, Rilke, Montale, Penna, Pasolini. Non tutti i poeti si trovano subito: ho cercato a lungo in tutte le librerie di Reggio Calabria le poesie di Penna e le ho trovate solo di recente in una edizione appena stampata nella libreria Mondadori e non trovo l’edizione completa delle poesie di Pasolini. Ma se si girano bene le librerie qualcosa si riesce a trovare: alla Mondadori a Reggio ( che ha aperto da poco) c’è una zona tutta adibita alla poesia e anche in altre librerie. Ma i testi di poesia che ci sono in una libreria non ci sono in un’altra a e viceversa. E in questo senso di poesia se ne vende sì poca. I romanzi classici si trovano in tutte le librerie, i volumi di poesia un pò qua e un pò la, si devono girare tutte le librerie per trovarli e di alcuni poeti non si trovano le opere complete.
Parole condivisibili dalla prima all’ultima. E dato che la poesia è sempre la “cenerentola” ovunque…è importante cercare di contrastare lo status quo delle cose con iniziative e progetti di questo tipo. Che poi in effetti non sono/siamo così pochi gli appassionati e cultori della poesia!
A presto allora e in bocca al lupo!
ciao
monica
Musica per le mie orecchie! La poesia, cenerentola senza scarpetta e principe, che piacere se potesse avere il ruolo che le spetta! Invece, il libreria vanno come il pane, memorie di personaggetti da ” gossip, che vanno a titillare il voyeurismo di troppi, ricette di cucina, tirate su, sfruttando le conoscenze di signore che si prestano a fare arricchire chi già lo è, romanzetti per adolescenti (furbate), vampiri e simili cavolate.
Nel mio caso, poi,la faccenda si complica, dato che, finora, ho solo pubblicato poesie, ma anche prosa, in siciliano, pur supportandoli con discrete traduzioni.
Che il successo arrida a questa bella iniziativa!
Un saluto a tutti.
Flora.