Giornalista, romanziera, polemista, Anna Franchi nel corso della sua vita si è sempre raccontata senza falsi pudori, intrecciando pubblico e privato; impegnandosi in battaglie scomode e a volte pericolose.
Educata in un ambiente di tradizioni mazziniane, impara dal padre ad amare gli eroi del Risorgimento nazionale e ad esaltarsi ai versi del Carducci. Nel 1881 diventa suo maestro di musica un violinista, già noto a Livorno, Ettore Martini, con cui tiene una serie di concerti fino a quando, nel 1883, lo sposa continuando a seguirlo in giro per i teatri dove viene chiamato a dirigere.
E’ un matrimonio infelice – per i tradimenti e la passione del gioco del marito – da cui nascono quattro figli: Cesare, Gino, Folco, che vive poco più di un anno, e Ivo, nato nel 1889. Quando Ettore è chiamato a Philadelphia, Anna si rifiuta di seguirlo. Si ritrova sola e piena di debiti che le ha lasciato il marito, senza poter ottenere l’ indispensabile autorizzazione maritale che il codice civile impone alle donne sposate per amministrare o vendere i loro beni. Questa situazione la convince della necessità di introdurre il divorzio in Italia. Da quel momento partecipa attivamente alla campagna divorzista con conferenze, opuscoli ed il romanzo Avanti il divorzio (1902). nel quale la sua vicenda personale viene spesa per denunciare la situazione di tante donne. Il libro ha un grande successo, ma suscita anche tanto scandalo e il romanzo – con la copertina rossa – si vende legato con un nastrino bianco, ben sigillato.
A Firenze si impegna a favore delle donne, nell’ ambito della sinistra democratica promuovendo e dirigendo, insieme alla Bittanti*, La lega Femminile che aderisce alla Camera del Lavori e poi la Lega Toscana per gli interessi femminili. Durante l’ agitazione delle “trecciaiole” (1896-7) è eletta nella commissione propaganda della Camera del Lavoro. Alla fine del secolo diventa pubblicista ed entra a fare parte, come professionista, dell’ Associazione dei giornalisti: seconda donna ad essere iscritta dopo Anna Kuliscioff. A Milano, dove si è trasferita nel 1906, è attiva nella campagna per il suffragio politico alle donne. Nel 1913 si avvicina anche alla massoneria femminile entrando nella loggia torinese “Anita Garibaldi”; l’ anno seguente fonda a Milano la loggia “Foemina Superior”. Scoppiata la prima guerra mondiale, si appassiona alle posizioni interventiste di Filippo Corridoni. Nel 1917 di nuovo pubblico e privato tornano ad intrecciarsi.
Mentre esce il suo diario di una madre che intrattiene col figlio al fronte una corrispondenza sulla necessità del conflitto, riceve la notizia della morte, sul San Gabriele, del secondogenito, Gino Martini, madaglia d’ argento alla memoria. Il libro Il figlio alla guerra ha un enorme impatto emotivo. Nel dicembre 1917 Anna fonda la Lega di assistenza tra le madri dei caduti per aiutare le povere donne rimaste prive di mezzi. Si entusiama all’ impresa fiumana ma, dopo l’ avvento del fascismo, interrompe bruscamente ogni attività politica dedicandosi alla letteratura. Negli anni Trenta diventa direttore responsabile del periodico L’ Appello, organo dei valdesi, comprato con denaro di Adriano Olivetti, ma per vivere scrive su alcune riviste femminili, dove, con i nomi di Donna Rosetta e di Lyra, dà consigli di bellezza: “Io che non mi ero mai data nemmeno la cipria” commenta. Spiega come usare pettini e ventagli, descrive ricami e lavori a maglia. Continua anche a scrivere storie per ragazzi – come aveva sempre fatto – adesso con lo pseudonimo di Nonna Anna, sulle pagine del Corriere dei Piccoli.
Nel 1946, quando le donne ottengono finalmente il diritto al voto, la Franchi scrive di getto Cose d’ ieri dette alle donne d’ oggi per rivendicare alle socialiste della sua generazione il merito di aver dissodato il terreno con un lungo e faticoso lavoro preparatorio che finalmente ha portato a risultati concreti. Anna lega Risorgimento, emancipazione femminile e Resistenza rivendicando la validità di tutti i valori in cui ha creduto. E’ il suo testamento spirituale. Anna Franchi ha amato il giornalismo battagliero e ha collaborato a tantissime testate, facendosi perdonare lo stile, farraginoso e non sempre corretto, con una evidente passione civile. Forse, però, il suo libro più celebre resta un racconto per bambini che ha avuto nei decenni una lunga fortuna: I viaggi di un soldatino di piombo.
*Ernesta Bittanti Battisti (n.d.r.)
Articolo apparso sul primo volume di Italiane, distribuito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità
Anna Maria Isastia
Professoressa di Storia Contemporanea nel Dipartimento di Storia moderna e contemporanea all’Università Sapienza di Roma. Presidente vicario Fondazione Archivio Nazionale ricordo e progresso, Direttrice della collana Quaderni ANRP, Componente del comitato di redazione della rivista “Dimensioni e problemi della ricerca storica”, vice presidente della Società Italiana di Storia Militare; vice presidente nazionale dell’associazione femminile Soroptimist.
Sono molto interessanti i due volumi Italiane, purtroppo secondo me sono stati poco diffusi. Sandra
Una donna in gamba, possiamo dire che se oggi esiste viadellebelledonne è merito anche suo? molto è cambiato, tanto si chiedeva alle donne, ad esempio di restare in silenzio a sopportare le angherie psicologiche di un marito che ha la passione del gioco e delle donne, l’impossibilità di avere un mantenimento, o di poter lasciare un siffatto marito. l’impossibilità di esprimere il voto. certo molto è cambiato e molto è stato fatto, anche se molto ancora si deve fare. per esempio in questo blog gestito per la maggioranza da donne gli uomini che partecipano si contano nelle dita di una mano e pochissimi sono quelli che lasciano un saluto e/o un commento, sì e no saranno una decina. che dire? che pensare? hanno forse paura delle donne o non ci ritengono alla loro altezza, forse ciò che diciamo o scriviamo non è degno di attenzione? non mi pare proprio, il livello dei pezzi pubblicati su vdbd spesso è molto alto. un saluto antonella
@ Sandra
grazie Sandra, della lettura
poco diffusi si, sono assolutamente d’ accordo.ed è un peccato… quei due volumi contengono dettagliati articoli biografici pregiati e redatti da donne che ricoprono ruoli importanti nella società civile italiana contemporanea. mi piacerebbe riuscire un poco per volta
a riportare qualcuno di quei testi interessando le varie redattrici dei volumi, così com’è stato per la Professoressa Isastia che ancora ringrazio per la pazienza e la squisita disponibilità che ha avuto.
(scusa se approfitto Sandra, della risposta rivolta a te)
@ antonella
ho l’ impressione che essi siano sempre più dispiaciuti di essere stati costretti a cedere una loro costola… a parte le battutacce, credo che molti uomini leggano ma che non sempre trovino le parole da lasciare.
confido che le nostre parole sapranno con pazienza trovare loro.
grazie antonella
a Voi
paola
bene, attendiamo allora la prossima italiana e con pazienza le parole di cui sopra. grazie a te e alla Professoressa Isastia per la disponibilità. un saluto antonella
Ignoro moltissimo di quella parte di storia italiana che ha portato a ottenere i diritti minimi per le donne. Non conoscevo Anna Franchi e invece è importante conoscere e riconoscere le battaglie e i meriti. Certo che molte lotte, forse tutte, nascono e sono nutrite da una necessità personale legata a una buona cultura di base.
Una storia personale molto triste e molto comune. Tante donne hanno subito in silenzio, per fortuna qualcuna ha smesso di sopportare altrimenti non so dove ci ritroveremmo ora.
@ Maeba
vorrei premettere che anche a me mancano ancora
molte e molte nozioni storiche sull’ impegno delle
donne per acquisire diritti civili ma con questi
due volumi che come diceva Sandra, sono quasi passati
inosservati ai e alle più, sto facendomene un ‘ idea
ben strutturata.
grazie della lettura e delle tue riflessioni, Maeba,
importante credo sia che i giovani, donne e uomini
si avvicinino presto e volenterosi a certune realtà storiche.
paola
Una domanda forse stupida: ma come si potrebbero avere questi due volumi? Qualcuna/o saprebbe dirmelo? Potrei portarli in una biblioteca per la gioia di tutti/e,
grazie Gabriella
Great information.Thank you for your sharing