Un famoso brano dello scrittore, giornalista e drammaturgo Achille Campanile (1899-1977) per sorridere in queste prime giornate di pioggia
La quercia del Tasso
Quell’antico tronco d’albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi sotto, quand’essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da essa, c’era, ai tempi del grande e infelice poeta, un’altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti tassi.
Un caso.
Ma a cagione di esso si parlava della quercia del Tasso con la “t” maiuscola e della quercia del tasso con la “t” minuscola. In verità c’era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per distinguerlo dall’altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso.
Alcuni credevano che appartenesse al poeta, perciò lo chiamavano “il tasso del Tasso”; e l’albero era detto “la quercia del tasso del Tasso” da alcuni, e “la quercia del Tasso del tasso” da altri.
Siccome c’era un altro Tasso (Bernardo, padre di Torquato, poeta anch’egli), il quale andava a mettersi sotto un olmo, il popolino diceva: “E’ il Tasso dell’olmo o il Tasso della quercia?”.
Così poi, quando si sentiva dire “il Tasso della quercia” qualcuno domandava: “Di quale quercia?”.
“Della quercia del Tasso.”
E dell’animaletto di cui sopra, ch’era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: “il tasso del Tasso della quercia del Tasso”.
Poi c’era la guercia del Tasso: una poverina con un occhio storto, che s’era dedicata al poeta e perciò era detta “la guercia del Tasso della quercia”, per distinguerla da un’altra guercia che s’era dedicata al Tasso dell’olmo (perché c’era un grande antagonismo fra i due).
Ella andava a sedersi sotto una quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta: “la quercia della guercia del Tasso”; mentre quella del Tasso era detta: “la quercia del Tasso della guercia”: qualche volta si vide anche la guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso.
Qualcuno più brevemente diceva: “la quercia della guercia” o “la guercia della quercia”. Poi, sapete com’è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l’albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Ora voi vorrete sapere se anche nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi.
Viveva.
E lo chiamarono: “il tasso della quercia della guercia del Tasso”, mentre l’albero era detto: “la quercia del tasso della guercia del Tasso” e lei: “la guercia del Tasso della quercia del tasso”.
Successivamente Torquato cambiò albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi), che per un certo tempo fu detto: “il tasso del Tasso”.
Anche il piccolo quadrupede del genere degli orsi lo seguì fedelmente, e durante il tempo in cui essi stettero sotto il nuovo albero, l’animaletto venne indicato come: “il tasso del tasso del Tasso”.
Quanto a Bernardo, non potendo trasferirsi all’ombra d’un tasso perché non ce n’erano a portata di mano, si spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu chiamato da allora: “il tasso barbasso del Tasso”; e Bernardo fu chiamato: “il Tasso del tasso barbasso”, per distinguerlo dal Tasso del tasso.
Quanto al piccolo tasso di Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora quell’animaletto fu indicato da alcuni come: il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal tasso del Tasso del tasso; da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso, per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso.
Il comune di Roma voleva che i due poeti pagassero qualcosa per la sosta delle bestiole sotto gli alberi, ma fu difficile stabilire il tasso da pagare; cioè il tasso del tasso del tasso del Tasso e il tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso.
grande Campanile. un sorriso mattinale era quello che mi ci voleva,grazie a sandra
meglio del dessert. grazie Sandra. Campanile è stato anni fa una grande scoperta. oggi me l’hai ricordato.
Ma, ad esempio, se Campanile avesse abitato in un campanile (se si potesse abitare in un campanile, ma ora scrivo io e perciò decido che si può), si sarebbe chiamato il Campanile del campanile?
certo, ci manca un delizioso animaletto dal medesimo nome…
Il tasso barbasso è una delizia: erano anni che non lo sentivo nominare.
Delizioso! Grazie, Sandra. Ma sai che ho letto proprio stamani in quarta l’episodio della morte di Clorinda, dalla Gerusalemme liberata e…non ci crederai, non volava una mosca. Pensa che sono 29!
Gisella
La sentii recitare e mi è rimasta impresso. Ogni tanto la rileggo. Campanile coniuga fa letteratura usando giochi di parole ed è molto difficile ottenere un pezzo così.
Grazie per i vostri passaggi Sandra
spassosissima,mette in evidenza l’ironia e anche la mancanza di sagacia di tutti quelli che vivono di etichette e non già di un vivo intelletto…tassi e… bar-bassi. Grazie di averlo ricordato questo pezzo,ferni
GRAZIE, Sandra ,della tua brillante proposta. Leggere Campanile fa sentire bene e rileggere questo piccolo capolvaoro del tasso del tasso….Magari ne esistessero ancora grandi e autentici umoristi come lui ( che in Italia sono piuttosto rari( a esclusionedi pochissimi,tra cui Flaiano e Petrolini, coi loro dovuti “distinguo”).
Dato che è notte inoltrata,più vero l’alba che notte, ti auguro un risveglio divertente!
lucetta
Non si può vivere senza conoscere il galateo umoristico di Achille Campanile. Almeno una volta nella vita bisogna imbattersi in un suo libro. E sarà un’esperienza di sorriso sapido indimenticabile.
Per esperienza personale vi consiglio: Il povero Piero, Manuale di conversazione e , soprattutto, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima.
Allego un piccolo pezzo del secondo.
Ciao Sandra.
Kosta
“Figliuolo “.
“Papà ” .
” Questo mi pare proprio l’albergo che fa per noi ” .
” Te lo stavo per dire ” .
” Pulito. Elegante. Almeno a giudicare dall’esterno. Ci staremo come papi. E di’: sei contento di questo matrimonio? ” .
” Se sei contento tu, sono contento anch’io ” .
” Ma sei tu che devi sposare, figlio mio ” .
” Sono io? Oh, credevo che fossi tu ” .
” Figlio mio, sono sei mesi che se ne parla, abbiamo combinato tutto per lettera, hai avuto perfino la fotografia della fidanzata, che arriva stasera dall’America, e ancora non hai capito che lo sposo sei tu? Mi fai cadere le braccia ” .
” Sono io! Che bellezza! Allora fammi vedere meglio la fotografia ” .
” To’, guarda ” .
” Che bella! ” .
” Ancora non vi conoscete, ma questo non vuol dire. Avrete anche troppo tempo, per conoscervi. No. Fermo. La fotografia la tengo io, che tu sei capace di perderla. Dove hai messo i fiori? ” .
” Nella valigia ” .
” Nella valigia? ” .
” Avevo paura che si sciupassero ” .
” Figlio mio, non ti far sentire, quando dici queste cose. Ti ho fatto studiare, ho speso per la tua istruzione migliaia di lire, ed ecco il risultato. Speriamo che la sposa non se ne accorga prima del matrimonio ” .
” E se se ne accorge dopo? ” .
” Dopo, troverà che sei l’ideale dei mariti. Ma, prima, ti rifiuterebbe ” .
” Come mai? ” .
” Così sono le donne. Prima di sposarlo, vogliono che il marito sia un genio. Quando l’hanno sposato, vogliono che sia un babbeo ” .
@Ferni: Grazie a te di averlo apprezzato e aver sorriso che poi è quello che mi ero proposta pubblicando questo pezzo. Regalare un sorriso ai lettori.
@Lucetta: la letteratura umoristica, purtroppo, è stata sempre considerata di secondo livello, quasi che non fosse all’altezza.
@Kosta: Ciao! Il pezzo che hai riportato è molto carino e mi ha messo di buon umore. Accolgo i tuoi consigli, come sempre del resto. Un abbraccio e vieni a trovarci più spesso.
Sandra
grazie a Kosta, per il bellissimo brano di Campanile. Quell’uomo è una vera delizia. Ce ne fossero come lui…
PS. “quell’uomo”, cioè Campanile, non lo sposo della storia 😉
Di questo brano Giovanni Lacetera ne ha fatto una versione teatrale particolare! il link é questo:
http://giovannilacetera.wordpress.com/2009/05/21/la-quercia-del-tasso/