
Il Presepe capovolto
Il mio presepe avrà stelle sul prato
Stelle cadute ma brillanti ancora
Calde come una lacrima che implora
Pace per un bambino appena nato.
Il mio presepe avrà cielo di dune
Un uomo nudo all’ombra del palmizio
Sarà com’era il mondo dall’inizio
Quando guidavan tutto soli e lune.
Porterà doni in mano chi avrà tolto
Al sud del mondo stanco e depredato
I più umiliati avranno voce e fiato
Il mio sarà un presepe capovolto.
Sara Ferraglia
Festività natalizie e bene ha fatto Sara Ferraglia a inviarci questa sua poesia intitolata “Il Presepe capovolto”, in cui I più umiliati avranno voce e fiato. Con pochi tratti, intrisi di musicalità, ha disegnato un presepe, simbolo del Natale, con immagini semplici ma incisive che ben si addicono al nostro tempo. E’ con piacere che segnaliamo il blog dell’autrice , http://sarapoesia.blogspot.com/, dove abbiamo appreso che la poesia è risultata II^ classificata alla V edizione del concorso “Il Presepe” – Pesche (IS) – dicembre 2005. A Sara e a tutti i lettori di via delle belle donne i nostri auguri di un 2008 carico di salute, serenità e soddisfazioni.
Sandra Palombo
Condivido il buon giudizio di Sandra su questa poesia di Sara Ferraglia. In certe occasioni, quando la poesia si fa ‘civile’ o ‘religiosa’, il poeta deve abbandonare l’utile strumento dell’ambiguità e del mascheramento per dirci, in limpidezza estetica e semantica, il suo pensiero, la sua denuncia.
Antonio
Grazie Antonio per esserti soffermato, anche a nome dell’autrice. Sandra
capovolgere le cose, in apparente semplicità ma con armoniosa, sostanziale fermezza: questo potrebbe essere il compito di un rivoluzionario ma amcnhe di un poeta, e questo è quanto fa Sara!
marina
e mi piace questo presepe capovolto, che porta in alto, non solo i prati e le dune ma, soprattutto, la gente umile e umiliata.
E io non posso che ringraziare tutti quanti per avermi letta e credo anche apprezzata…
Grazie ancora e sono contenta che un linguaggio semplice…a volte forse anche troppo immediato come è quello delle mie poesie, possa ancora toccare certe corde nel profondo.
Sara